Varese, 7 marzo 2009

 

.CGIL
.CISL
.UIL Varese,
.Acli Varese,
.Anolf Varese Onlus,
.Coordinamento immigrati
CGIL Varese

.
ADERISCONO:
.Acli Colf Varese e Gallarate,
.ANPI Varese,
.ANTEAS Varese,
.Arci Servizio Civile Varese,
.Arci Varese,
.Associazione Ago della Bilancia
..(Bottega del commercio equo-solidale),
.ASCAV -
.Associazione Camerunesi Varese,
.Associazione Comunitaria dei Ghanesi ..di Varese e provincia,
.Associazione Senegalesi e
..simpatizzanti di Varese e provincia,
.Associazione VO.C.E.,
.Auser Varese,
.Coopuf Varese,
.Comunità Ucraina,
.Cooperativa Lotta Contro
..l'Emarginazione,
.DisarmiAMOlaPace,
.Donne in nero Varese,
.Emergency Varese,
.Federazione Giovanile Comunisti Italiani
.Federazione Provinciale dei
. Comunisti Italiani,
.I.P.S.I.A. Onlus Varese,
.L'ALBERO DI ANTONIA - Circolo Arci-,
.La Sinistra per Gallarate,
.Legambiente Varese,
.Libera Varese,
.Movimento
Ubuntu,
.Pastorale dei Migranti,
.PD Provinciale di Varese,
.PeaceGames Varese,
.QueiBraviRagazzi,
.Rifondazione Comunista
. Federazione di Varese,
.Sinistra Critica,
.Sinistra Varesina,
.UISP Varese,
.Universauser Varese

NO ALLE NORME DEL DDL SICUREZZA!

SABATO 7 marzo ’09 ORE 14.30 da P.zza
SanVittore Corteo fino alla Prefettura

Con il presente
documento - aperto alla condivisione di altri organismi, gruppi e singoli cittadini - si esprime contrarietà e grave preoccupazione per le misure varate in questi mesi dal Governo in materia di immigrazione e, ultimamente,  per i contenuti del Disegno di Legge noto come “Pacchetto Sicurezza” approvato dal Senato.

Con tali misure si esprime un atteggiamento avverso e discriminatorio che, nel dichiarato intento di perseguire l’immigrazione clandestina - peraltro con provvedimenti di assai dubbia efficacia - riduce indiscriminatamente, sino in alcuni casi al grave pregiudizio, i diritti fondamentali di tutte le persone immigrate nel nostro Paese e nel nostro territorio: persone che vivono e lavorano onestamente.

L’auspicato processo di interazione e inserimento sociale viene così rallentato quando non compromesso.

Il DDL, approvato in via definitiva, apporterebbe negative variazioni su molte norme riguardanti l’immigrazione. Gli stessi cittadini italiani, specie in situazioni di indigenza, per effetto dello stesso decreto, si troverebbero in più grave difficoltà. Si accentuerebbe la precarietà di molte condizioni di vita con la pericolosa conseguenza di abbassare i livelli di coesione sociale.

In particolare mettiamo in evidenza:

l’introduzione della facoltà di segnalazione alle forze dell’ordine, da parte del personale medico, dei pazienti sprovvisti del permesso di soggiorno: norma che sta già portando - ancor prima di entrare in vigore - una grave
limitazione al diritto alle cure essenziali e, a detta di tutte le associazioni mediche, di potenziale minaccia alla salute della collettività (diffusione di malattie infettive non curate).

l’introduzione della pena, sino a 1 anno di arresto, per mancata ottemperanza dell’obbligo di esibizione alle forze dell’ordine dei documenti attestanti la regolarità del soggiorno, anche se sussistenti: norma chiaramente volta ad intimidire le persone immigrate;

la subordinazione della iscrizione anagrafica alla disponibilità di un alloggio dotato di certificazione dei requisiti igienico sanitari (relegando le persone senza dimora in uno speciale registro presso il Ministero dell’Interno): tale norma, a motivo della scadente qualità media delle abitazioni italiane, condurrebbe alla paralisi delle iscrizioni o variazioni anagrafiche (anche per i cittadini italiani), lasciando senza residenza un’ampia parte della popolazione pur legalmente presente: le conseguenze, sul piano della scolarizzazione, dei servizi sociali e sanitari, degli atti legali, ecc. sarebbero gravissime!

l’introduzione di una tassazione sul rilascio e sul rinnovo del permesso di soggiorno (da 80 a 200 €): un onere ingiusto per una pratica dovuta per diritto/dovere, peraltro gestita dallo Stato con ritardi gravissimi, sino al limite della consegna di permessi già scaduti, e già onerosa (attualmente si
pagano 86,74 euro per il permesso di soggiorno e 134,22 euro per la carta di soggiorno, a cui si aggiungerebbe la tassa);

l’introduzione del reato di ingresso e permanenza illegale sul territorio dello Stato (o reato di clandestinità) punito con ammende da 5.000 sino a 10.000 €: ciò porterebbe a celebrare migliaia di processi, con quel che ne conseguirebbe e con la comminazione di pene pecuniarie di fatto inesigibili su persone non abbienti;

l’introduzione di un non meglio precisato sistema di crediti (o meriti) di “integrazione” da ottemperare necessariamente per veder rilasciato o rinnovato il proprio permesso di soggiorno (sino alla pena della revoca);

l’introduzione di norme che, nell’intento di contrastare l’accattonaggio dei minori di anni quattordici, andrebbero a sottrarre indistintamente la patria potestà ai genitori senza alcuna considerazione della specificità dei casi, degli affetti e delle capacità genitoriali comunque presenti;

l’introduzione della facoltà degli enti locali di avvalersi di spontanee iniziative dei cittadini (le cosiddette ronde, già introdotte per decreto) volte alla segnalazione alle forze dell’ordine di eventi ritenuti compromettenti la sicurezza pubblica o semplicemente di situazioni di “disagio sociale”: facoltà che evidentemente pospone i rimedi di ordine sociale a quelli di controllo e di repressione, col rischio di innescare pericolose spirali;

Altre, più o meno rilevanti, norme ostative risultano contenute nel testo del DDL. Dallo stesso pensiero arrivano ipotesi di totale blocco dei flussi migratori (che incrementerebbe ulteriormente irregolarità e lavoro nero), l’esclusione di fatto di gran parte dei cittadini immigrati e delle loro famiglie dai benefici delle misure anti-crisi (di cui la popolazione immigrata sta pagando il primo pesante scotto),  la mancata sospensione dei termini previsti dalla legge Bossi-Fini per il rinnovo dei permessi, che costringe gli immigrati alla clandestinità dopo sei mesi di disoccupazione,  senza più consentire loro di poter emergere con un nuovo lavoro.

Le nostre organizzazioni contrastano questi pensieri, contestano le misure
prese e sollecitano inoltre il Parlamento a rivedere, sempre alla luce dei principi costituzionali e del diritto internazionale, tutta la materia dell’immigrazione. Si lancia un forte appello per:

1.        l’azzeramento di ogni forma di discriminazione inerente i diritti fondamentali e la dignità della persona;

2.        una seria rivisitazione della politica dei flussi migratori - a partire dalla programmazione locale dei flussi 2009 - perché risulti più aderente alle dinamiche dell’attuale mercato del lavoro;

3.        una politica incentivante l'emersione dei tanti immigrati irregolarmente impiegati: per l’uscita dalla illegalità e dalla assenza di diritti;

4.        la riforma, secondo le direttive europee, del titolo di cittadinanza e l’apertura al diritto di voto;

5.        il trasferimento delle competenze amministrative relative ai permessi di soggiorno dalle questure agli enti locali.

6.        l'allungamento da 6 mesi a due anni del periodo di disoccupazione che consente di non perdere la possibilità di rinnovo del permesso di soggiorno.
 
Per sostenere
queste ragioni viene organizzata una manifestazione con concentramento
in piazza S.Vittore SABATO 7 MARZO ALLE ORE 14,30, con successivo
corteo fino alla Prefettura

CGIL – CISL – UIL VARESE Caritas Diocesana – Anolf Cisl – Coordinamento Migranti CGIL - ACLI Varesine

Più accoglienza e meno discriminazione: sfilano in duecento  
Foto Enzo Michieletto per www.malnate.org
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