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INNO DEI LAVORATORI

1 Maggio: FESTA DEI LAVORATORI

1° maggio, Tra i Celti
La notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, veniva organizzata una grande festa per celebrare il passaggio alla bella stagione. Era una notte di veglia e di allegria, una specie di capodanno di primavera, per aspettare il nuovo giorno foriero di luce e di colori e che chiudeva il periodo invernale cupo e spoglio. Le credenze popolari assicuravano che la notte era vegliata dalla Grande Madre della fertilità. Con l'avvento del cristianesimo le cose cambiarono e le superstizioni popolari facevano credere che, nella notte del 30 aprile, le streghe e gli spiriti si dessero convegno per un sabba. Il tutto nacque da una leggenda: Santa Valpurga, badessa del monastero di Heidenhein, presso Eichstatt, alla sua morte fu tumulata nella chiesa di Santa Croce a Eichstatt, e al momento della deposizione del corpo, dalle pietre della sua tomba sgorgò una sostanza oleosa dotata di virtù miracolose e di protezione contro le stregonerie. Il fatto che la festa di Santa Valpurga coincidesse con quella del sabba (1° maggio) è all'origine della credenza popolare che vede in Santa Valpurga la protettrice dalle streghe. Nei luoghi dove la tradizione è ancora viva il 1° maggio si porta ancora sulla piazza principale del paese un albero prelevato dal bosco; è l'albero di maggio che rimane sul posto fino al 1° maggio dell'anno successivo. L'albero, viene privato delle fronde - eccetto una piccola corona di foglie sull'apice del tronco – e viene arricchito da ghiottonerie appetitose legate con nastri colorati e svolazzanti, come fosse un albero della cuccagna a disposizione di agili ragazzi pronti a scalare la pianta per impossessarsi delle delizie migliori.

1° maggio, festa del lavoro
Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali per affermare i propri diritti, raggiungere obiettivi, migliorare la propria condizione. In Australia nel 1855 fu condiviso da gran parte del movimento sindacale l'obiettivo: "Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire". Si aprì la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di una giornata, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi.

Dal congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori - la Prima Internazionale - riunito a Ginevra nel settembre 1866, scaturì una proposta concreta: "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa". A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. Lo Stato dell'Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, ma con limitazioni tali da impedirne l'estesa ed effettiva applicazione. L'entrata in vigore della legge era stata fissata per il 1 Maggio 1867 e per quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione. Diecimila lavoratori diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città. Nell'ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.

Il 1 Maggio 1886
cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, dodicimila fabbriche degli Stati Uniti, 400 mila lavoratori incrociarono le braccia. Nella sola Chicago scioperarono e parteciparono al corteo in 80 mila. Tutto si svolse pacificamente, ma nei giorni successivi scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città industriali americane la tensione si fece sempre più alta. Il lunedì la polizia fece fuoco contro i dimostranti radunati davanti ad una fabbrica per protestare contro i licenziamenti, provocando quattro morti. Per protesta fu indetta una manifestazione per il giorno dopo durante la quale, mentre la polizia si avvicinava al palco degli oratori per interrompere il comizio, fu lanciata una bomba. I poliziotti aprirono il fuoco sulla folla. Si contarono otto morti e numerosi feriti. Il giorno dopo a Milwaukee la polizia sparò contro i manifestanti (operai polacchi) provocando nove vittime. Una feroce ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori. Le sedi furono chiuse e i dirigenti vennero arrestati. Per i fatti di Chicago furono condannati a morte otto noti esponenti anarchici malgrado non ci fossero prove della loro partecipazione all'attentato. Due di loro ebbero la pena commutata in ergastolo, uno venne trovato morto in cella, gli altri quattro furono impiccati in carcere l'11 novembre 1887. Il ricordo dei "martiri di Chicago" era diventato simbolo di lotta per le otto ore e riviveva nella giornata ad essa dedicata: il 1 Maggio.

Il 20 luglio 1889 il congresso costitutivo della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, decise che "una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente tutti i paesi e in tutte le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore". La scelta cadde sul primo Maggio dell'anno 1890,

Nell'agosto del 1891 il 2° congresso dell'Internazionale, riunito a Bruxelles, assunse la decisione di rendere permanente la ricorrenza. D'ora in avanti il 1 Maggio sarebbe stato la "festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà".

Nel nostro Paese il fascismo decise la soppressione del 1 Maggio, che durante il ventennio fu fatto coincidere con la celebrazione del 21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma (La tradizione vuole Roma fondata da Romolo il 21 aprile del 753 a. C.). La festa del lavoro assume connotazione "sovversiva", occasione per esprimere, in forme diverse, l'opposizione al regime. Il 1 Maggio tornò a celebrarsi nel 1945, sei giorni dopo la liberazione dell'Italia.

La pagina più sanguinosa della festa del lavoro venne scritta nel 1947 a Portella della Ginestra, dove circa duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, mentre cadevano i privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale. La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando 11 morti, (due bambini e nove adulti), 27 i feriti.
La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".
La strage di Portella delle Ginestre, secondo l'allora ministro dell'Interno, Mario Scelba, chiamato a rispondere davanti all'Assemblea Costituente, non fu un delitto politico. Ma nel 1949 il bandito Giuliano scrisse una lettera ai giornali e alla polizia per rivendicare lo scopo politico della sua strage. Il 14 luglio 1950 il bandito fu ucciso dal suo luogotenente, Gaspare Pisciotta, a sua volta avvelenato in carcere il 9 febbraio del 1954 dopo aver pronunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella.

Le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, hanno cambiato il significato della ricorrenza. Da diversi anni Cgil, Cisl, Uil hanno scelto di celebrare la giornata del 1 Maggio promovendo una manifestazione nazionale dedicata ad uno specifico tema. E' diventato un appuntamento anche il tradizionale concerto rock che i sindacati confederali organizzano in piazza San Giovanni a Roma

 
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