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......................8 Marzo: FESTA DELLA DONNA
-canto popolare-

Le origini della Giornata per i Diritti delle Donne
Il 3 maggio 1908, la riunione domenicale tenuta dal Partito Socialista di Chicago fu presieduta dall'attivista Corinne Brown: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata « Woman’s Day », si discusse infatti dello sfruttamento delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne; Alla fine di quell’anno, il Partito Socialista americano raccomandò a tutte le sezioni «di riservare l'ultima domenica di febbraio 1909 all'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile ».

Le delegate americane, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle Donne Socialiste, tenutasi a Copenaghen il 26 agosto 1910, di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra; la protesta non repressa, incoraggiò le manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente allo sbando, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione Russa di febbraio.

Per questo motivo, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca , fissò all'8 marzo la «Giornata Internazionale dell'Operaia ».

In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del PCI, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all' 8 marzo. II periodico Compagna, il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della Donna.

La connotazione politica , l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e la seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate.

Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857. Nonostante le ricerche effettuate tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.

Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro prese l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della Donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrata in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di Teresa Noce , Rita Montagnana e di Teresa Mattei.

Il simbolo della ricorrenza, la mimosa, è stato scelto in Italia nel 1946. L'Udi (Unione Donne Italiane) stava preparando il primo "8 marzo" del Dopoguerra, e si pose il problema di trovare un fiore che potesse caratterizzare la giornata. Alle donne romane piacquero i fiori gialli e profumati della mimosa, che avevano il vantaggio di fiorire nel periodo giusto e non costare tanto.

La pianta della mimosa è originaria del continente australiano. La pianta può raggiungere anche grandezze considerevoli. Le foglie sono composte da tante foglioline poste perpen- dicolarmente alla nervatura principale. Alcune varietà non presentano le classiche foglie, ma hanno delle foglie trasformate, che sono come dei rametti appiattiti, chiamati filladi.
Il terreno ideale è quello tendenzialmente acido, con una buona struttura, che assicura umidità, ma allo stesso tempo un buon drenaggio. Consigliato apporto di sostanza organica (humus) una volta l'anno. Le mimose che presentano filladi sono più resistenti ai terreni poco acidi
Il periodo migliore per la messa a dimora è quello che va da ottobre a marzo. Per le coltivazioni in vaso, quest'ultimo, deve essere cambiato circa ogni due anni. Il diametro del vaso non deve essere aumentato eccessivamente, per conservare al meglio una giusta proporzione tra l'apparato aereo e quello radicale.
   
 
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