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----Messaggio originale----
Da: ocnarf53@libero.it
Data: 20-ago-2014 15.51

A: malnate.org
Ogg: lettera dalla Colombia
Cari amici che mi seguite dall'Italia,
vi scrivo questa volta dalla città di Medellín,la seconda città della Colombia, situata sulla cordigliera centrale a circa 2 000 metri di altezza e con un clima primaverile fisso tutto l'anno.
Mi trovo qui da ieri será, arrivato con una trentina di ore di viaggio da Tumaco.

Come sapete sto vivendo un anno un po strano,senza un'attività fissa. Dopo i mesi passati in Italia con occasione della morte della mamma,son tornato a Tumaco dove per tre mesi ho sostituito fratel Claudio nell'altra casa dove vivono i Comboniani.
I primi di agosto ero tornato nella casa dove ho vissuto i miei ultimi sette anni , per sostituire P.Daniele che andava a visitare la famiglia.

 Ma dopo pochi giorni è sorta una novità. I superiori ci hanno chiesto che uno di noi di Tumaco andasse per tre mesi a Medellín a sostituire un fratello che doveva essere sottoposto ad una operazione con previsione di  un recupero lento.
Ci è sembrato che dovendo già io terminare la mia attività in Tumaco alla fine di quest'anno, fossi io la persona più adatta ad andarmene senza romperé troppo il proceso pastorale e così ho cominciato a prepararmi a lasciare definitivamente Tumaco.
Ho passato l'ultima settimana in strada salutando tanta gente e domenica scorsa c'è stata la celebrazione di saluto.

E' venuto il Vescovo a celebrare ed alla fine della Messa ho fatto un discorsetto di congedo, dicendo che ero venuto a Tumaco a cercare Dio tra loro ed insieme a loro e che lo avevo trovato soprattutto in tre situazioni.

La prima era la situazione di violenza,guerra e minacce in cui si vive  ed in cui molti riuscivano a non fuggire ma a restare fermi al loro posto senza abbandonare la zona , fedeli al loro popolo ed alla loro terra. In questa capacità di resistenza avevo visto la presenza di un Dio vivo che li riempiva di forza e molte volte questo esempio mi aveva aiutato a superare le mie difficoltà.

La seconda era la capacità di condivisione vista in tanta gente che permetteva a tante famiglie senza soldi e senza lavoro di sopravvivere grazie all' appoggio dei vicini di casa.
Molti sono stati la mano di Dio provvidente che permette a tanta gente in difficoltà di continuare  a vivere: la Gloria di Dio è il povero che vive...

La terza è stata l' esperienza vissuta in questi anni di invitare centinaia di persone a riunirci intorno alla lettura della Bibbia.
Molti all'inizio erano venuti solo per curiosità o per farmi piacere  però con il passare del tempo vari di loro si sono appassionati all'incontro settimanale per riflettere sulla vita alla luce della Parola per poi provare a prendere qualche impegno concreto al servicio degli altri
.Dio li aveva conquistati ed ora erano diventati discepoli appassionati del Signore e costruttori di fraternità nel quartiere.

Poi ho detto loro che al tornare al quartiere dopo qualche mese fuori, mi ero sentito molto bene.. Lo avevo vissuto come un tornare nella mia casa e nel mio quartiere dopo mesi di lontananza. All'uscire in strada mi rendevo conto che conoscevo quasi tutti e che molti si fermavano volentieri a scambiare due chiacchiere con me. Sentivo che volevo bene alla gente del mio  quartiere e che questo amore mi era ricambiato.A quel punto ho perso il controllo ed ho cominciato a piangere e molti dei presenti hanno pianto con me per qualche minuto.

Poi ho ripreso il controllo della situazione ed ho detto loro che anche se il cuore mi diceva di continuare lì,ero convinto che la mia partenza sarebbe stata qualcosa di positivo: di positivo per loro perchè la entrata di un nuovo missionario avrebbe dato nuove idee, nuovi impulsi, nuova creatività al camino delle comunità, e positivo per me perchè un cambio mi avrerbbe aiutato a non sedermi sugli allori ma a dare una scossa alla mia vita ed a ripartire altrove con nuovi entusiasmi.

Ho terminato il mio intervento proponendo loro di riflettere nei prossimi mesi su due punti.
Il primo era un invito a rendere più missionarie le comunità facendosi tutti responsabili di invitare persone nuove ad integrarsi al camino delle comunità
Il secondo era di provare ad impegnarsi un pò di più nell'involucrare le comunità nella trasformazione della società per non ridursi ad essere isole di fraternità ma a diventare sempre più fermento di un mondo nuovo ,di una società più giusta.

Terminato il mio intervento si è poi  offerto il micrófono a tutti presenti che per più di un'ora hanno espresso i loro sentimenti, mi hanno ringraziato, recitato poesie, creato canti e riempito di regali: camicette, pantaloni, borse artigianali,orologio,lettere, foto, posters fatti a mano,dolci e poi baci e abbracci........
Sono ripartito da Tumaco  sentendomi avvolto da un manto di affetto che questo popolo , che mi ha accolto per quasi otto anni , mi regalava  perchè andassi a riversarlo dove il Signore mi chiamerà ad andaré.

Ed eccomi ora all'inizio di una nuova tappa in Medellín.Non so ancora esattamente cosa farò qui. Più avanti vi racconterò.
Per ora so solo che Colui che mi ha chiamato a partire continuerà ad accompagnarmi ed a riempire la mia vita con le sue mille sorprese.

A voi tutti un abbraccio

 

FrancSorridente
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