Coordinamento Lombardo Energia Felice
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I VOLTI
DELLA CRISI
FORUM
30 giugno 2014 energia per la vita

ENERGIA FELICE SULLE TARIFFE ELETTRICHE

Spett.li signori,
in riferimento alla consultazione aperta sul documento dell’aeeg dco 183/2013/r/eel, sui sistemi efficienti di utenza (seu) , come singole persone interessate dalle questioni in oggetto, ed anche in rappresentanza delle associazioni indicate, vogliamo sottolineare l’incongruenza delle modifiche richieste dall’autorità al dlgs n. 115/08 modificato dal dlgs 56/2010, in merito al pagamento dei corrispettivi tariffari di trasmissione e di distribuzione, nonché quelli di dispacciamento e di copertura degli oneri generali di sistema….

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LA GUERRA DELLO SHALE GAS

di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano – 24 giugno 2013
Le nuove tecnologie di estrazione e di impiego dei fossili incontrano crescenti resistenze e sollevano obiezioni prima ancora del loro impiego massiccio. Vale per le perforazioni e per lo spappolamento delle rocce per ottenere gas di scisto e per le ipotesi di sequestro della CO2 a valle della combustione del carbone. Essendo tuttora imprecisato l’impatto ambientale di questi processi ad alta entropia – anche se è fuor di dubbio che l’analisi del ciclo di vita di filiere così complesse ne metta in discussione la praticabilità – è un atteggiamento culturale e politicoquello che fa propendere per la loro affermazione o il loro rifiuto.

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COMPETIZIONE TRA ENERGIA E CIBO. IL CASO DEL BIOGAS NELLA PIANURA PADANA

Giovanni Carrosio – gcarrosio@units.it
Le competizione per la terra è un fenomeno molto complesso, frutto dell’interazione di una molteplicità di fattori che ne sono la causa. Produzioni feed-food, infrastrutture, urbanizzazione, attività estrattive, conservazione ambientale sono gli utilizzi del suolo che in un paese carente di grandi spazi aperti come l’Italia entrano in competizione. Alla tradizionale competizione per la terra, da qualche anno si è aggiunto anche il fattore energetico.

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QUESTIONARIO UNIVERSITà DI TRIESTE SULLA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI

Https://www.surveymonkey.com/s/units_percorsitecnologiciretrofit

8 luglio 2013 ore 18.00
ASSEMBLEA SOCI ENERGIA FELICE in via BORSIERI - MILANO

 

ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI
VENERDI' 24 MAGGIO 2013 alle ore 17,00  presso lo Spazio Kronos in Via Borsieri, 12 Milano (quartiere Isola, MM2 Gioia)

con il seguente Ordine del Giorno:

1) Relazione del Presidente sulle attività svolte dall'Associazione nel 2012 ed illustrazione dello stato dei progetti e loro sviluppo nel 2013.

2) Approvazione Rendiconto/Bilancio d'esercizio 2012, Relazione del Consiglio Direttivo, Approvazione Preventivo Esercizio 2013;

3) Elezioni del Consiglio Direttivo previa determinazione del numero dei Consiglieri;

4) Varie ed eventuali.

Ulteriori informazioni circa le attività dell'Associazione e delle modalità di partecipazione all'Assemblea potranno essere reperite consultando il sito www.energiafelice.it e contattando il Presidente Mario Agostinelli al tel. 335.1401703 e tramite l'e-mail agostinelli.mario@gmail.com

Care/i siete invitati all'evento sull'energia a Terra Futura per Domenica 19 Maggio a Firenze. La presenza tra i relatori è in fase ancora di definizione: hanno dato la loro adesione, oltre alle persone riportate in locandina, Oscar Mancini, Livio De Santoli, Ezio Corradi, Angelo Consoli, rappresentanti di sindacati, reti e movimenti per l'energia e i beni comuni. Vi chiediamo di far circolare la locandina nelle vostre reti e vi aspettiamo.
Per i promotori Mario Agostinelli

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Convegno a Terra Futura, Firenze Domenica 19 Maggio ore 10-13.30
L’energia come bene Comune: un modello energetico distribuito e sostenibile.

Organizzano Comitato Nazionale “Si alle rinnovabili No al nucleare”, Associazione “Energiafelice”, ARCI, Cepes
INTERVENTI
Mario Agostinelli, Energiafelice
Vittorio Bardi, Si rinnovabili No nucleare
 Nicola Cipolla, Cepes
Gianni Mattioli, Università Roma
Roberto Meregalli, Beati costruttori di pace
Massimo Scalia, Università Roma
Gianni Silvestrini, Kyoto club
Alexander Sorokin, InterEnergy adesioni in corso di conferma: Retenergie, DES Energia, GAS Brianza Como  e Varese, CGIL, FIOM

CHI INQUINA NON PAGA:
INCIUCI EUROPEI E LOBBY DEL CARBONE

Pubblicato in apr 25 da energiafelice
Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano 24 aprile 2013 Quest’anno la Giornata della Terra (22 aprile) ha coinciso, almeno nel nord dell’Italia, con le fioriture in...

ASSEMBLE ANNUALE DI ENERGIA FELICE

L’assemblea annuale di Energiafelice rivolta a tutti gli iscritti si terrà Venerdì 24 Maggio alle ore 18 in v. Borsieri 12.

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LO SPORTELLO ENERGIA NELLA ZONA 8
Pubblicato in apr 22 da energiafelice
Nella nostra zona 8  il COMITATO BENI COMUNI si sta battendo per l’apertura di uno sportello energia in collaborazione con il  CONSIGLIO DI ZONA 8  e l’associazione...

LETTERA A CLINI SU QUALITÀ DELL’ARIA E AMBIENTE URBANO
Pubblicato in apr 15 da energiafelice
Qualità dell’aria e dell’ambiente urbano Associazioni ambientaliste scrivono al ministro Clini in vista dell’incontro a Dublino “Rivedere le norme europee e adottare...

LA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE È FUORI LEGGE
Pubblicato in apr 10 da energiafelice
Non esiste una norma primaria che espressamente si occupi della SEN, che è un ‘atto di indirizzo strategico’. Questo vizio di origine era stato segnalato al Governo...

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LA STORIA DELLA RUBIN TAX
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano

Basta essere un padre di famiglia, non un economista, per sapere che non sono le iniziative una tantum, ma gli interventi strutturali che possono ridurre realmente e durevolmente il rapporto tra debito e Pil e che sono più recessivi gli aumenti di tasse che i tagli alla spesa. Anche per l’energianegli ultimi governi si sono inventate solo tasse e, per renderle suggestive, il creativo Tremontiha provato a chiamarle con nomi evocativi: “Robin Tax”, per esempio.

Una tassa la cui storia ed evoluzione meritano di essere conosciute come esempi di una perversa fantasia al potere.… continua la lettura

GIAVAZZI E ALESINA SUL FOTOVOLTAICO…
La propaganda contro il fotovoltaico si insidia ovunque. Goccia dopo goccia, prosegue l’operazione dei detrattori. In questo caso sono stati smascherati bene da Qualenergia.it.

E’ solo l’ennesimo episodio di disinformazione ai danni del fotovoltaico, ma vogliamo segnalare comunque un editoriale sul Corriere della Sera di ieri. Da molto infatti non ci capitava di leggere così tante inesattezze e assurdità sul solare concentrate in così poche righe. Affermazioni approssimative e sbagliate che stupiscono ancora di più perché non vengono da un discorso da bar tra due sprovveduti, ma sono messe nero su bianco da due economisti di casa ad Harvard e alla Bocconi come Francesco Giavazzi e Alberto Alesina.… continua la lettura

NON È UN PAESE PER LA GREEN ECONOMY
di Mario Agostinelli – 30 gennaio 2013
Come abbiamo affermato nel post precedente, l’energia non è un tema di questa campagna elettorale. Sarebbe comunque utile discuterne, poiché è a partire da una piattaforma energetica che un Paese costruisce la propria economia e l’Italia ha una bilancia dei pagamenti fortemente appesantita dalla bolletta energetica. Inoltre, da quanto e da cosa brucia un Paese dipende la qualità dell’ariache respirano i suoi abitanti.

Il governo uscente, purtroppo, ha lasciato i suoi segni sulle energie rinnovabili ma nessuno apre un dibattito su un bilancio negativo che andrebbe urgentemente corretto.… continua la lettura
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Care,i
invio alcune note sulla distanza della campagna elettorale in corso dai TEMI DELLA GIUSTIZIA CLIMATICA e dell'innovazione nella politica energetica, a riprova ulteriore della crisi politica e della visione miope del futuro che la caratterizza. Un caro saluto. Mario 
BERSANI, MONTI E IL GAS CHE CUOCE IL PIANETA: ovvero

IL CLIMA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

 

1.                L’imbroglio del  GAS DA SCISTO

In una serie di documentati articoli sulle pagine di Repubblica, Federico Rampini espone la strategia degli Stati Uniti guidati da Obama per mantenere una egemonia geopolitica e militare a fronte della impetuosa crescita cinese. Parte decisiva di questa strategia è rappresentata dal progetto di estrazione di gas (e petrolio) dagli scisti bituminosi (shale gas), che porterebbe USA e Canada a soppiantare il primato nelle fonti fossili dei Paesi Arabi e della Russia e a determinare così un confronto diretto nella competizione economica con Pechino da posizioni di forza.
Ma a quale prezzo per il pianeta e per la vita futura? E dove sta il trucco per avere a basso prezzo un prodotto che richiede più energia per ottenerlo di quanta ne restituisca? Vale la pena di accennarne anche per capire la fiera e opportunistica opposizione di Washington e Ottawa all’adesione al protocollo di Kyoto, con conseguente affossamento della recente conferenza di Doha.
Il gas da scisto viene ottenuto con la fratturazione idraulica di rocce che contengono bitume disperso. Si tratta di perforazioni orizzontali ai depositi di scisti a profondità fino a 3 km, con pompaggio in grandi quantità di lubrificanti, acqua, sabbia e sostanze chimiche ad altissima pressione. Oltre alla devastazione paesaggistica, naturale e del suolo, la tecnica comporta – per le emissioni di CO2 e di metano - un alto rischio per la salute umana e per l'ambiente, che è perfino maggiore di quello posto dagli altri combustibili fossili. Altro che effetto serra! In più si provocano conseguenze disastrose sulla contaminazione e l'esaurimento delle acque sotterranee e superficiali, sulla biodiversità, sul degrado del suolo e della qualità dell'aria, oltre a condizioni sismiche, accompagnate da non trascurabili livelli di materiale radioattivo naturale portato in superficie.
L’Unione Europea si sta per ora opponendo a questa pratica, nonostante la pressione della Polonia, che vorrebbe così ottenere un’indipendenza energetica ad ogni costo, il pressing di grandi lobby come la Shell per avviare addirittura perforazioni di scisti marini e l’attività frenetica  dei rappresentanti del settore del governo canadese, che  tra il settembre 2009 e luglio 2011, hanno organizzato più di 110 eventi a Bruxelles - più di uno alla settimana!
Quale sarebbe la contropartita per USA e Canada (con cui concorda evidentemente il governo Monti che ha proposto una Strategia Energetica nazionale (SEN) fondata sul rilancio di  gas e petrolio) a fronte di una accelerazione della crisi climatica?
(N.B. : il gruppo di studio della UE attribuisce all’effetto serra da shale gas un valore di default di 107 grammi di CO2 equivalente per megajoule (CO2eq/MJ) di carburante, rispetto alla media di 87.5g CO2eq/MJ per il petrolio)? Paradossalmente il vantaggio sta in un costo al mercato inferiore di un terzo rispetto al gas tradizionale, ottenuto artificialmente attraverso i raggiri delle banche sui prodotti derivati e su tutte le forme speculative che stanno dietro alla costruzione di pozzi e gasdotti, al varo di navi metaniere e all’attivazione di rigassificatori, ma, alla fine, vengono pagate dai tagli alle pensioni, dal peggioramento delle condizioni di vita e di salute, dal dissesto della natura indotto dai cambiamenti climatici. Una bella storia moderna, un po’ sottaciuta dai media, che sa di vecchio e, tutto sommato, in piena coerenza con la rapacità dei padroni del mondo. Ma, rispetto ad essa, come si dovrebbe distinguere la sinistra dalla destra? E dove sta la tanto conclamata innovazione?
2.      Chi paga il mantenimento del sistema dei FOSSILI?
Le grandi corporation dell’energia (ENI e ENEL comprese) puntano sull’affidabilità dei sistemi energetici progettati e utilizzati  nel passato e sembrano diffidare dell’innovazione radicale richiesta per affrontare la questione climatica e rispondere all’esaurimento dei fossili. A poco vale scoprire nuovi giacimenti in fondo all’oceano o tra i ghiacci polari in scioglimento o ricorrere a tecnologie – come quella dello “shale gas” – che richiederanno sempre maggiore energia primaria man mano che si esauriscono le riserve di accesso più immediato ed enormi infrastrutture di trasporto si mangeranno parte del contenuto energetico prelevato. Il ritorno energetico sull’investimento energetico (EROEI) (http://it.wikipedia.org/wiki/Ritorno_energetico_sull'investimento_energetico) per questi sistemi sarà sempre più compromesso, si accelererà l’esaurimento dei fossili tradizionali impiegati nel ciclo, verrà innalzata irreversibilmente la temperatura del pianeta con ulteriori emissioni di CO2. Inoltre, sarà inevitabile cercare di ridurre le esposizioni finanziarie di investimenti così massicci e rischiosi ricorrendo a polizze assicurative, prodotti derivati e altri artifici monetari, che giocando prevalentemente sull’economia virtuale, faranno pagare il conto finale ancora una volta ai contribuenti, in particolare i ceti popolari, costretti a ripianare debiti altrui.
Perché allora non assumere strategicamente e definitivamente un cambio del paradigma energetico, sfruttando sempre di più l’energia diretta e diffusa che proviene dal mondo naturale, anziché quella foriera di grandi rischi, accumulata in milioni di anni di lavoro della fonte solare e immagazzinata nelle parti sempre meno raggiungibili del nostro pianeta? Ma non sembra questa la strada intrapresa dai leader mondiali nei loro incontri fallimentari. Eppure, ormai il mondo scientifico, le comunità locali, l’opinione pubblica indicano e sostengono una pluralità di esperienze e soluzioni nuove, opposte a quelle che ci fornisce abitualmente il sistema energetico mondiale. Questi soggetti, in sostanza, abbandonano il dogma quantitativo e confutano l’idea che un organismo cui è impedito di crescere senza fine, diventi invalido. La sfida del meglio invece del più è considerevole ed è ad essa che si rivolge una estesa convergenza  di esperienze e di programmi che privilegia con convinzione e fiducia le rinnovabili, il risparmio, la riduzione delle emissioni climalteranti. A questo fine vengono sollecitati  e si prodigano ingegneri, scienziati, industriali, economisti, filosofi, psicologi e qualche politico eccentrico. Le resistenze, occorre dirlo, sono molto potenti e radicate. Perciò si tratta di affrontare il problema non solo con l'intelligenza, ma con saggezza ed è questo che forse oggi manca a gran parte dei politici che ci governano.
“È richiesto un altro modo di ragionare, non solo un cambiamento del paradigma tecnico-economico e occorrono azioni esemplari che si stampino nell’immaginario”. Così insegnava Joachim Gretz, recentemente scomparso, responsabile della ricerca sull'idrogeno nel Centro di Ricerca della Ue a  Ispra. Il quale, mi piace ricordarlo, richiesto due anni fa di un esempio dimostrativo per EXPO 2015, stilò un progetto per trasformare con poca spesa l’alimentazione dei vecchi piroscafi a ruota Patria e Piemonte dei Laghi di Como e Maggiore da gasolio ad idrogeno. Idrogeno che, almeno per i viaggi inaugurali, sarebbe stato accumulato nei serbatoi dopo essere stato prodotto per idrolisi con l’elettricità fornita da pannelli solari posti a copertura degli imbarcaderi di approdo.
Avremmo visto così scivolare silenziosi e senza emissioni inquinanti i fumosi “vapori” delle gite dei nostri nonni…Inutile dire che  una dimostrazione suggestiva – oltre che attraente anche dal punto di vista turistico - dell'avanguardia tecnologica nel campo dell'energie pulite, non è stata nemmeno presa in considerazione…
3.       dove è finito il CLIMA nella campagna elettorale?

Nel nostro Paese continua inesorabile il calo dei consumi energetici. Rispetto a quattro anni fa spicca il balzo della quota rinnovabile dal 7,4 al 13,3%, il calo del petrolio dal 42,6 al 37,5% e quello più contenuto del gas (dal 35,9 al 34,6).
Nel mese di novembre appena terminato il mercato elettrico ha registrato la flessione più consistente da tre anni ad oggi con le vendite delle centrali termoelettriche calate del 22,8% rispetto a novembre 2011, a fronte di un aumento del 33% delle rinnovabili.
Qualcosa di epocale sta avvenendo e sembrerebbe un buon punto di partenza per riflettere sulle scelte energetiche in campagna elettorale e lanciare con coraggio anche in Italia un cambio di marcia a sostegno delle azioni per il clima e la salute. Lo ha fatto a sorpresa Obama nel suo discorso inaugurale da Presidente al secondo mandato, prendendo in seria considerazione i dati a consuntivo per l’anno sui cambiamenti climatici, che a livello globale registrano una anomalia media di +0,26°C - ovvero di 0,07°C superiore a quella del 2011 -  con un 2012 più caldo anche della media del trentennio più recente.
Mentre l’allarme per il restringimento della calotta Polare Artica, che occupa ormai appena 3,41 milioni di chilometri quadrati ( neanche la metà del valore medio dell’ultimo ventennio del XX secolo!), neanche sfiora le stanze di Palazzo Chigi, dovrebbero preoccupare le notizie che riguardano l’Europa, con il Regno Unito che nel suo complesso ha vissuto la sua estate più umida, le regioni a medio-alte latitudini che hanno subito un aumento delle precipitazioni accompagnate da un clima sempre più caldo con intense tempeste di sabbia e, soprattutto, la zona Mediterranea che si appresta a diventare irreversibilmente più asciutta. L’Italia è proprio all’incrocio di questi cambiamenti ed è per questo che soffre di violenti fenomeni, che andrebbero prevenuti e considerati come un oggetto prioritario di una urgente azione politica.
Ma la campagna elettorale appena incominciata si concentra sulle poltrone, sulle alleanze e gli schieramenti. Vanno in cavalleria le proposte su agricoltura, urbanistica, filiere a chilometro zero, protezione del territorio, trasporti, riduzione delle emissioni e sostegno alle fonti rinnovabili, che pure interessano le discussioni della gente comune, ma non rimbalzano mai dai twitter dei capolista, ossessivamente occupati dalla geometria delle future coalizioni. Ci hanno provato i movimenti, che hanno cercato un contatto con la politica, ma con scarso successo. Hanno proposto un grande progetto di riconversione ecologica dell’economia per garantire la sicurezza dei cittadini,  la riduzione del consumo di suoli agricoli, il controllo climatico. Hanno rese concrete e credibili soluzioni tutte in controtendenza con il ritorno ai fossili della Strategia Energetica Nazionale (SEN), riprodotta dall’agenda Monti, che per gran parte dei media rappresenta l’ortodossia indiscutibile.

Se però si passano in rassegna i programmi dei contendenti alle elezioni di Febbraio, ci si accorge che la parola clima non compare mai. L’elenco redatto da Monti è lungo 24 pagine: mezza pagina si occupa della riduzione del prezzo dell’energia attraverso il rilancio del gas e del petrolio! Il programma di Berlusconi è un funambolico gioco di specchi in cui l’ambiente è totalmente opacizzato. Bersani elenca 10 idee per cambiare e, tra queste, una vaga affermazione sull’energia come bene che va tutelato e sottoposto al controllo dell’ennesima authority. Fortunatamente, più attenti appaiono Vendola, che esprime proposte articolate su rinnovabili e risparmio, mobilità e smart cities e Grillo, che si impegna in una disanima per 7 punti sul ricorso ad un’energia pulita e risulta efficace anche se disorganico. Ingroia se la cava auspicando uno sviluppo economico compatibile con ambiente, vita e salute. Ma, nel complesso, manca passione e visione, travolti come siamo da calcoli e proiezioni di seggi, anziché da un’idea di discontinuità fondata su azioni e ragioni concrete, indirizzate a un orizzonte di sviluppo e sostenibilità ambientale  che faccia da premessa al lavoro buono e alla giustizia sociale. A meno che il discorso di Obama risvegli i nostri dal provincialismo che si è impadronito di loro.

 
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