UN PIANO NAZIONALE
CONTRO LA POVERTÀ ENERGETICA
di Giovanni Carrosio
Con l’aggravarsi della crisi economica, il tema della fuel poverty(povertà energetica) – molto studiato e dibattuto soprattutto nei paesi anglosassoni – sta assumendo una sua rilevanza anche in Italia. Cresce il numero di famiglie che si trovano nella difficoltà o nell’impossibilità di assicurare un riscaldamento adeguato nelle proprie abitazioni e di dotarsi di sistemi elettrodomestici e di illuminazione sufficienti a causa del costo dell’energia elettrica. Secondo una ricerca europea, nel 2010 in Italia l’11% delle famiglie non aveva la disponibilità economica per riscaldare in modo adeguato la propria abitazione e il 9% delle famiglie aveva una cronicità nel ritardo dei pagamenti delle bollette (Eurostat, 2010).… continua la lettura
CONFERENZA DI DOHA,
POLITICA E GOVERNI A MANI VUOTE
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano 28 novembre 2012
Nientemeno che la Banca Mondiale ha allertato sulle conseguenze di una mancata drastica riduzione di emissioni di anidride carbonica ed ha perciò esortato i governi di 119 Paesi riuniti in questi giorni a Doha – la capitale del Qatar che ha l’impronta di CO2 pro capite più alta al mondo, soprattutto a causa del suo petrolio – ad accettare tagli più profondi del previsto per i cosiddetti gas ad effetto serra. Tuttavia, secondo il capodelegazione USA, “gli Stati Uniti non intendono andare oltre il 3% rispetto ai loro obiettivi di emissione”.… continua la lettura
“Decidere di presentare una proposta diStrategia Energetica Nazionale in una fase così delicata per la crisi economica, energetica e climatica che stiamo attraversando, ci sembra positiva e apprezzabile, ma in un momento di tale crisi serve un segnale più forte da parte del governo per innovare davvero un settore strategico per lo sviluppo economico e ambientale del Paese”.
Con queste parole Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, introduce il documento di osservazioni che Legambiente ha elaborato sulla Strategia Energetica Nazionalepresentata dal Ministero dello Sviluppo economico (vedi allegato, pdf).… continua la lettura
LA RIVOLUZIONE DELLE RINNOVABILI NON SI FERMA CON UNA MODIFICA DELLA COSTITUZIONE
di Giovanni Carrosio – Pubblico Quotidiano 20 novembre 2012
Molto è già stato scritto sulla Strategia Energetica Nazionale. Si vedano l’intervento di Agostinelli su Pubblico e l’editoriale di Silvestrini sul numero di settembre/ottobre della rivista Qualenergia, che mettono in luce le criticità di una strategia improntata principalmente sul gas e sull’intensificazione di estrazioni petrolifere nel nostro paese. Condividendo nel merito gli interventi citati, preme fare qualche considerazione sulla parte del documento che intende intervenire sugli aspetti di governance, nel quale si paventa una modifica della Costituzione per ri-centralizzare la programmazione energetica nelle mani dei ministeri competenti, al fine di ridurre il potere delle autonomie locali sia nelle fasi di programmazione, che di intervento nelle procedure di valutazione ambientale delle infrastrutture energetiche.…continua la lettura
La settimana prossima inizia a Doha, nel Qatar, la 18° Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici – COP 18, un passaggio del percorso a ostacoli che entro il 2015 dovrebbe consentire di trovare un accordo globale per contenere le emissioni climalteranti al 2020.
Ma intanto qual è il panorama globale? La Cina, che alla firma del Protocollo di Kyoto nel 1997 aveva emissioni pari alla metà degli Usa, l’anno scorso è stata responsabile del29% della produzione mondiale di anidride carbonica, più di Europa e Stati Uniti messi insieme.… continua la lettura
LA CRISI DEPENNA IL CLIMA, MA IL CLIMA NON SI DIMENTICA DI NOI
di Mario Agostinelli - Il Fatto Quotidiano 16 novembre 2012
Anche se se ne parla poco sui media, è bene tenere i riflettori accesi sul global warming. Nel mese di settembre 2012 si è registrato un nuovo inquietante record. La superficie dei ghiacci artici si è ridotta a soli 3,5 milioni di chilometri quadrati, la metà rispetto a 40 anni fa.… continua la lettura
UNA STRATEGIA ENERGETICA PIÙ RIVOLTA AL PASSATO CHE AL FUTURO
di Roberto Meregalli - Beati i costruttori di pace www.martinbuer.eu
C’è un punto di partenza su cui tutti i commenti alla Strategia Energetica Nazionale (Sen) concordano: finalmente si torna a ragionare di strategia energetica! Peccato, come molti hanno già rilevato, che si parli di un orizzonte molto breve da punto di vista delle infrastrutture energetiche, neppure dieci anni. Troppo poco anche se nel testo stesso della strategia si giustifica il breve orizzonte temporale sottolineando quanto sia difficile prevedere il futuro, sottolineando che le tecnologie attuali (cicli combinati a gas e nuove rinnovabili) “solo 25 anni fa erano ancora in fase iniziale di sviluppo”.
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Care/i, è impressionante il silenzio calato sull'ambiente devastato e sul cambio climatico incontrastato. Le solite micidiali alluvioni autunnali in Italia, Sandy, il rilancio di gas carbone e petrolio passano inosservate: il "cimento" sembra la data dell'election day o il premio elettorale. E se gli studenti vanno in piazza, botte da orbi perchè non si occupinodi un futuro rubato... Vi lascio qui sotto alcune considerazioni. Un caro saluto. mario
La crisi che depenna il clima
Anche se se ne parla poco sui media, è bene tenere i riflettori accesi sul global warming.
Nel mese di settembre 2012 si è registrato un nuovo inquietante record. La superficie dei ghiacci artici si è ridotta a soli 3,5 milioni di chilometri quadrati, la metà rispetto a 40 anni fa. Parallelamente la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera continua a crescere e ha raggiunto i valori più alti degli ultimi 800.000 anni. Nel 2012 si toccheranno i 394 ppm, 44 in più rispetto alla soglia dei 350 da non superare per evitare conseguenze catastrofiche al Pianeta. Analisi della Nasa confermano come le aree definite "extremely hot", inesistenti nel trentennio precedente, siano progressivamente cresciute raggiungendo nel 2011 il 12% della superficie non oceanica del nostro emisfero. Ma per i grandi del mondo, già riuniti a Rio a Giugno, la crisi finanziaria assorbe qualsiasi prospettiva di cambiamento a medio-lungo termine e, anzi, si affronta immergendosi ancora di più nel gorgo che l’ha creata.
Significativamente, la questione climatica è rimasta al di fuori della campagna per le elezioni presidenziali negli USA, mentre l’UE, al contrario, punta ad innalzare al 30% l’obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti al 2020 (ma ne avete sentito parlare tra uno spread e l’altro?). Anche la Cina, contando in modo sempre più incisivo sulle clean technologies (per esempio ha appena quadruplicato gli obiettivi sul fotovoltaico) potrebbe nei prossimi 2-3 anni ribaltare gli equilibri diplomatici consentendo di raggiungere un accordo per il post-Kyoto.
Quindi, i perduranti umori antiKyoto USA e il ritorno al petrolio e al gas della strategia energetica nazionale (SEN) proposta da Passera-Monti, non sembrerebbero proprio godere del plauso globale. In compenso, sulle sponde dell’Atlantico e su quelle del Mediterraneo le ascoltate lobbies energetiche propugnano una ostinata e irresponsabile azione di rimozione del tema del climate change.
Alla domanda di un giornalista sul perché nei dibattiti con Romney non si fosse parlato di cambiamenti climatici, Obama ha risposto che “il moderatore non aveva sollevato il problema”! Quando poi l’uragano Sandy ha sovvertito l’agenda della campagna elettorale delle presidenziali, l’attenzione degli americani è stata focalizzata assai più sulla capacità di intervenire a riparare i guasti, che sulla lungimiranza politica di mitigarli prevenendoli.
L’attrazione finanziaria per il petrolio offshore e il gas da scisti bituminosi (shale gas) si concretizza in America in enormi nuovi investimenti delle grandi compagnie, mentre da noi i “tecnici” a Montecitorio guardano con favore ad un’Italia futura solcata da tubi, perforata da pozzi, costellata di rigassificatori. Eppure, i costi del rilancio del sistema energetico attuale con l’affinamento di possenti e pirotecniche tecnologie – perforazione dell’Artico, frazionamento delle rocce, giganteschi sistemi fissi e mobili di liquefazione e rigassificazione - sono spaventosi e non possono che aggravare la stessa crisi finanziaria in corso.
In un recente articolo "The social cost of carbon in U.S. regulatory impact analyses: an introduction and critique", Laurie T. Johnson e Chris Hope, due studiosi americani, affermano che ogni tonnellata di CO2, valutata a 21 dollari dall’agenzia intergovernativa USA, nei fatti pesa sui contribuenti dai 55 fino a 266 dollari, se si tiene conto dei costi sociali, rappresentati non solo dagli effetti del cambiamento climatico su ambiente ed economia, ma anche dai costi delle cure per le malattie polmonari o i giorni di lavoro o di scuola persi per questioni sanitarie dovute all'inquinamento legato ai combustibili fossili.
Il contributo antropico allo scatenarsi dell’uragano che la settimana scorsa ha colpito Haiti, Cuba, la Virginia e New York, viene esorcizzato, tacendo il fatto che in questo autunno Sandy ha incontrato temperature della superficie del mare al largo della costa orientale americana di quasi 3º C più alte del solito. Il che ha comportato una influenza diretta sulla intensità della tempesta, dato che l’atmosfera sovrastante l’oceano era più carica di energia e conteneva più umidità. Tacere perché? Ma per riprendere i lavori per il gasdotto per portare shale gas dal Canada al Texas. Per approvare che Putin investa con Gazprom 19 miliardi di euro per allacciare la Siberia a Vladivostok e servire i mercati asiatici. E per consentire che il progetto South Stream, sponsorizzato anche dai nostri governi (da Berlusconi a Monti), eluda gli obblighi in materia di antitrust e ambientale fissati dalla Commissione europea, mantenendo ad oggi segreto il percorso di attraversamento del territorio bulgaro dal Mar Nero verso le coste adriatiche.
Ma non si tratta solo delle grandi opere a dimensione geostrategica. Perfino a livello locale sono in corso colpi di mano: Le aree dell'hinterland ad Est di Milano sono a rischio trivellazioni petrolifere. La Mac Oil spa, una società -con sede legale a Roma- fondata nel 2007 e controllata dall’americana Petrocorp Inc. con esperienze di estrazione di shale gas - sta ricercando idrocarburi in una vasta area, comprendente ben 37 comuni in 5 diverse province (Bergamo, Cremona, Lodi, Monza Brianza e Milano). La richiesta di prospezione è stata prima accolta, nel febbraio 2009, dalla Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie (Cirm) del ministero dello Sviluppo economico. Poi un ricorso al Tar del Lazio l’ha bloccata per due anni, fino a che la Regione Lombardia nel marzo del 2012 decide di escludere dalla Valutazione d’impatto ambientale il progetto denominato “Melzo”, firmando nel settembre di quest’anno l’intesa. Nell’area sono compresi “Parco Alto Martesana”, il Parco del Rio Vallone, una parte del Parco del Molgora e i Parchi regionali Adda Sud e Nord, aree di importante valenza paesaggistica e naturalistica, con presenza di risorse idriche strategiche, direttamente a contatto con le concessioni di coltivazione. D’altra parte le perforazioni in Lombardia e attorno a Milano non sono una novità. Per il campo di Malossa -il più profondo d’Europa, ubicato tra Cassano d’Adda e Treviglio - spunta addirittura un progetto pilota per lo stoccaggio sotterraneo di Co2, proposto dal gruppo Techint. Eppure, lo scorso 3 Novembresi è riunito vicino a Cremona il “Coordinamento nazionale no triv” e il “Coordinamento comitati ambientalisti Lombardia” per denunciare nove stoccaggi attivi ed in progetto in un convegno dal titolo significativo: “La pianura padana sotto la “canna del gas”. Ma di giornali e Tv nemmeno l’ombra.
In questi giorni Leonardo Boff, filosofo, teologo e scrittore ha inviato una “lettera agli intellettuali del mondo” invitandoli ad un sapere “fatto di esperienza, che dia valore a quello che dice il popolo, che non sono parole, ma drammi e gridi. Un sapere costruito in maniera rigorosa e universale, in modo che tutti possano capire”. E non possiamo che ascoltarlo quando aggiunge che “Ci sono due gruppi di minacce. Una viene dalla macchina di morte che la cultura militarista ha creato disponendo di armi nucleari, e ricorrendo ad una tecnologia, che come visto a Chernobyl e Fukushima, non è mai in sicurezza. Il secondo gruppo di minacce deriva da quello che il nostro sviluppo industriale ha fatto negli ultimi 300, 400 anni, con la sistematica aggressione alla Terra, ai suoi beni, le sue risorse. Siamo arrivati al punto di avere destabilizzato totalmente il sistema Terra, e l'evidenza di questo è il riscaldamento globale. Queste due minacce incomberanno sull'umanità nei prossimi decenni, e nessuno lo vuol credere, perché va contro il sistema di accumulazione, contro il capitalismo, contro le grandi aziende. Ma gli intellettuali che hanno un senso etico devono parlare di questo”.
Posted in Energie rinnovabili, Petrolio nazionale, Piano Passera, Politiche - 30 ottobre 2012 - No comment
di Mario Agostinelli – Pubblico giornale 30 ottobre 2012
Il governo dei tecnici continua ad affrontare non solo l’emergenza, ma tutto l’arco delle questioni che dovrebbero riguardare il futuro del Paese. Cercando di applicare nelle more di un tempo breve in cui la democrazia è depotenziata, ricette drastiche e impopolari, che si pongono però l’obiettivo di costituire la struttura portante della modernizzazione del Paese per il lungo periodo, con o senza il premier attuale. Il piano Passera per l’energia, messo sul sito del ministero pochi giorni orsono, è parte rilevante di questa strategia.… continua la lettura
Posted in Energie rinnovabili, Petrolio nazionale, Piano Passera, Politiche - 30 ottobre 2012 - 1 comment
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato pochi giorni fa la Strategia Energetica Nazionale. Si tratta al momento di una bozza sulla base della quale il governo ha aperto una fase di consultazioni che verrà conclusa con una Conferenza nazionale.
Da molto tempo l’Italia non si dava un piano strategico in un settore così importante. È però discutibile che a colmare questo vuoto sia un governo tecnico. Ed è soprattutto fondamentale che siano offerte forme di partecipazione effettive alla cittadinanza, in tutte le sue articolazioni, per poter contribuire alla definizione di scelte tanto rilevanti per il futuro del paese.
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Il preoccupante interesse per l’oro nero, insostenibile ed insensato, non si limita al Canale di Sicilia ma sbarca anche nella pianura lombarda, già martoriata da cemento e nuove autostrade. Un’analisi delle zone interessate con un approfondimento per la situazione nella zona est della Provincia di Milano. PETROLIO LOMBARDO, MINACCIA OSCURA
La notizia pubblicata su Corriere Ambiente lo scorso 4 Ottobre porta all’attenzione di tutti il fatto che anche la Lombardia è a rischio trivelle. Riaffiorano interessi per petrolio e gas nelle stesse aree già sondate qualche decennio fa.… continua la lettura
Posted in Energie rinnovabili, Politiche - 25 ottobre 2012 - No comment
Care/i, il governo vara nientemeno che un piano energetico nazionale (l’ultimo era del 1988). Udite, udite!: ci sarà una consultazione online per fare osservazioni al documento che il governo ha messo sul web. peccato che non ci sia procedura pubblica, nè la possibilità di mettere in discussione il ritorno a petrolio, l’estensione del gas, la marginalità delle rinnovabili. E se provassimo a inondare il sito del ministero di Passera con osservazioni critiche, che facciamo girare tra noi e che potreste rendere visibili su www.energiafelice.it, indirizzandole ainfo@energiafelice.it? Prendiamo sul serio la consultazione sul piano energetico di Passera-Monti?
Sotto l’alto patronato di Giorgio Napolitano, l’“agenda Monti” transita, senza manifesti segni di irritazione dei candidati alle primarie di Primavera, dagli interventi d’emergenza per un Paese sull’orlo del baratro al disegno organico di un futuro stabilizzato nel segno dell’ingiustizia sociale e della definitiva rimozione della questione climatica.… continua la lettura
Care/i, il governo vara nientemeno che un piano energetico nazionale (l'ultimo era del 1988).
Udite, udite!: ci sarà una consultazione online per fare osservazioni al documento che il governo ha messo sul web. peccato che non ci sia procedura pubblica, nè la possibilità di mettere in discussione il ritorno a petrolio, l'estensione del gas, la marginalità delle rinnovabili.
E se provassimo a inondare il sito del ministero di Passera con osservazioni critiche, che facciamo girare tra noi e che potreste rendere visibili su www.energiafelice.it, indirizzandole a info@energiafelice.it?
Prendiamo sul serio la consultazione sul piano energetico di Passera-Monti?
Sotto l’alto patronato di Giorgio Napolitano, l’“agenda Monti” transita, senza manifesti segni di irritazione dei candidati alle primarie di Primavera, dagli interventi d’emergenza per un Paese sull’orlo del baratro al disegno organico di un futuro stabilizzato nel segno dell’ingiustizia sociale e della definitiva rimozione della questione climatica. L’intenzione del premier “tecnico” è politicamente meditata: nelle more di un tempo necessariamente a scadenza, con una democrazia sospesa, un Parlamento esautorato e un’opinione pubblica concentrata ora sullo spread, ora sulla endemica corruzione degli amministratori, occorre dar corso alle ricette liberiste in tutti i campi possibili , così da marchiare irreversibilmente la modernizzazione del Paese, a dispetto dei programmi (se ce ne sono) dei suoi eventuali contendenti (se ce ne sono). Monti per sempre, insomma, anche quando questo moderno Cincinnato tornerà alle sue incombenze di ascoltato consigliere dei poteri finanziari che hanno mutato il volto dell’Europa sociale.
Il piano Passera per l’energia, messo sul sito del ministero tre giorni orsono, è parte rilevante di questa strategia a tutto campo. E’impressionante come la trentennale assenza di una politica energetica nazionale venga improvvisamente “risolta” da uno studio compilato con seducenti illustrazioni ed una retorica accattivante, che potrebbero ben figurare ad un convegno di esperti energetici vicini alla pensione, attorniati da finanziatori ed enti desiderosi di riprendersi lo spazio in esaurimento ostinatamente riservato alle fonti fossili e alle grandi opere ad esse “consustanziali”. Dovremmo pur chiederci se sia opportuno che un governo senza legittimazione popolare delinei la strategia energetica destinata a segnare le sorti del paese per qualche decennio. Anche se tutti (singoli, associazioni, enti e chissà chi altro) siamo invitati ad una consultazione via web, dove potremmo fare osservazioni con la stessa fiducia, temo, con cui si spedisce una lettera senza ricevuta di ritorno. Sarei tentato di mettere in discussione i cardini della proposta e di invitare tutti quelli che lottano per un nuovo paradigma climatico-energetico, a confutare con una azione organizzata le autentiche provocazioni che vengono avanzate: Italia hub europeo del gas; petrolio nazionale con un incremento delle trivellazioni; riaccentramento dei poteri in materia energetica a discapito degli enti locali; un profluvio di belle parole sull’efficienza mentre si cancella il 55% di detrazioni; attenzione alle rinnovabili in funzione integrativa e non sostitutiva del sistema attuale e per di più sottoposte ad una sopravvivenza competitiva sul mercato, rispetto a gas e petrolio depurati dei loro costi ambientali.
Ma chi mi assicura di essere in qualche modo ascoltato nella mia più totale dissonanza da questa impostazione di rilancio delle fonti fossili nell’era della presa di coscienza del cambiamento climatico? Nel piano governativo si trasformano le regole climatico-ambientali in strumenti commerciali e si rilancia in chiave autarchica l’economia del gas e del petrolio. Passera offre al capitale industriale nazionale e alle banche d’affari la ripetizione dello scenario che ci ha condotti alla crisi, assestando un duro colpo al tessuto di imprenditoria nuova a carattere locale, legata alle rinnovabili, che stava sviluppando grande flessibilità e capacità di innovazione, nuove professionalità e raccordi virtuosi con il mondo della ricerca. Così si prendono le distanze da quella riconversione ecologica dell’economia, che il nostro sistema deve con urgenza affrontare e che si può sviluppare solo in una dimensione culturale, democratica e politica agli antipodi rispetto a scenari energetici “futuri” da cui tecnici e banchieri ammiccano al passato.
Per convincerci della necessità di prendere la parola e di rimettere in corsa un conflitto democratico, vale la pena di andare a guardare cosa succede nei contemporanei programmi energetici, ad esempio, di Germania e Svizzera.
In Germania si accelera lungo la “Road map UE 2050”, chiaramente protesa verso il 100% rinnovabili. E volutamente si diffondono notizie molto confortanti per quanto riguarda la sostituzione delle energie fossili con le rinnovabili e la capacità di realizzare risparmio energetico sul territorio. E’ di questi giorni la conferma che in Germania le luci lo scorso inverno sono state tenute accese dall’energia solare, proprio mentre veniva ridotto l’apporto del nucleare per decisione politica dopo Fukushima. Infatti, il governo tedesco, che si prepara a chiudere i suoi 22 reattori, ha ridotto anche gli scambi nucleari con la Francia rischiando il black-out, ma – come ha detto il responsabile per l’energia del Bunderstag: "Siamo stati salvati dal sole.". E’ pur vero che lo scorso febbraio il territorio dalla Baviera alla Mosella ha goduto di una eccezionale insolazione, ma i 28 GW di potenza fotovoltaica, concentrati in Baviera, erano collegati alla rete ed hanno fornito circa il 3% della potenza totale. Il solare è un generatore di elettricità intermittente, dipendente dagli impianti di stoccaggio e di back-up - spesso convenzionale – che ovviano, se ben progettati, alla capacità di potenza quando il sole non splende. Così, è risultato determinante per la Germania l’avere investito nelle reti e nei sistemi di immagazzinamento: lo sforzo tedesco consiste nel ritenere le rinnovabili sostitutive dei fossili e quindi meritevoli della massima attenzione lungo tutta la filiera. Si è così creata una capacità di energia in eccesso, che ha consentito addirittura di aumentare le esportazioni di elettricità verso la Francia ipernucleare da 4GW a 5GW!
In quanto alla Svizzera, un Paese conservatore, sobriamente autonomo rispetto all’UE e fino a ieri moderatamente filonucleare, moderno, con un alto tenore di vita ed elevati consumi , con un’abbondanza della fonte idrica, ma non certo favorito quanto lo siamo noi per l’abbondanza delle altre fonti energetiche naturali e in particolare di quella solare, viene messa in consultazione la strategia energetica al 2050. Si tratta di un cambiamento radicale dell’intero sistema, ritenuto necessario dopo la decisione di abbandono dell’atomo. La relazione che accompagna il piano energetico cita che: “ a livello mondiale abbiamo prezzi molto volatili di fronte ad un aumento della domanda di energia. Dal 2001 il solo prezzo del barile di petrolio è salito dagli 83 agli attuali 125 dollari, con conseguente aumento del prezzo del gas e delle energie convenzionali. Nello stesso tempo, vediamo che le energie alternative costano sempre meno , ma sono ancora relativamente care e vanno quindi sostenute. Bisogna pertanto puntare decisamente su una graduale trasformazione del sistema energetico attuale”. La strategia elvetica risulta molto chiara: riduzione del consumo pro-capite di energia complessivamente del 35% entro il 2035 (del 50% per combustibili e carburanti!); risanamento degli edifici con inasprimento degli standard; prescrizioni sulle emissioni di CO2 delle automobili (al 2020 massimo di 95 gr CO2/Km); sostituzione delle fonti fossili con le rinnovabili, specialmente nei settori del riscaldamento e della produzione di elettricità; diffusione delle smart grid per consentire un ricorso più efficiente all’autoproduzione e alla generazione decentrata di elettricità. Significativo è soprattutto il collegamento tra la politica energetica e quella climatica, con il varo di una riforma fiscale ecologica che accorpa in un’unica tassa sull’energia la tassa sulla CO2 e quella per immettere in rete l’elettricità e il calore autoprodotti (favorendo così le rinnovabili per autoconsumo, che vengono ripagate fino al 30% dei costi di installazione).
Bisognerebbe farlo sapere a Passera, che punta sul rilancio delle trivellazioni e sulla costituzione di un “hub del gas” che saturerebbe l’Italia di tubi, rigassificatori e depositi di fonti fossili. Il nostro governo, pur obbligato dal referendum a stoppare il nucleare, rientra tuttora nel gruppo degli avversari delle rinnovabili: continua in questo la politica di Berlusconi – d’altra parte gli interessi dei banchieri al governo sono contigui a quelli delle lobbies dei mega-impianti che ispiravano il Cavaliere – e quindi ostacola lo sviluppo di un sistema decentrato, denso di innovazione e sostenuto da una componente elevata di ricerca, governato democraticamente sul territorio e alimentato dalle fonti naturali.
Forse inondando il sito del ministero di contro osservazioni, pubblicizzandole in rete, organizzando proposte e manifestazioni, si potrebbe reimpostare la questione energetica come contributo alla strategia dei beni comuni, al punto da dover contrastare anche con un referendum un piano di contabilità ordinaria, che ci disimpegna rispetto al futuro e che aumenta insostenibilmente il debito naturale.
I cinque punti del “piano Passera” per rigassifigatori e nuovi metanodotti, con una governance centralizzata. Un ritorno al passato che seppellisce le energie rinnovabili
Con l’indispensabile premessa di una totale espropriazione della partecipazione popolare a discapito della stessa Costituzione, una conturbante bozza della «nuova» strategia energetica nazionaleha visto la luce a fine Agosto: 100 pagine fitte fitte, che prossimamente verranno sottoposte – si afferma – ad una pubblica consultazione, per cui l’informazione compiacente ha già anticipato mirabolanti effetti . Né più né meno che un ritorno al passato, mascherato con la retorica riproposizione di obiettivi tanto condivisibili quanto vaghi e senza l’onere della verifica – diminuzione del costo del Kwh; riduzione della dipendenza dall’estero; crescita sostenibile; raggiungimento degli obiettivi europei, incremento dell’occupazione.… continua la lettura
Care/i, invio una nota sull'ultimo decreto legge in gestazione da parte del governo Monti per il rilamcio di petrolio e gas nel nostro Paese (viva gli affari delle banche e delle lobbies che le sostengono e stop alle rinnovabili...)
IL PETROLIO DEI BANCHIERI - Mario Agostinelli il manifesto sett.2012
Formidabili i nostri professori e banchieri al governo! A soli due mesi di distanza dal summit intergovernativo di “Rio+20”, che ha trasformato le regole climatico-ambientali in strumenti commerciali , dando un prezzo ai “servizi” della natura e creando, per proteggerla, prodotti finanziari ad hoc, hanno brindato ad un rilancio autarchico dell’economia del gas e del petrolio. Se dopo due decenni dalle speranze di “Agenda 21” il capitale industriale mondiale e le banche d’affari ripiegavano su un flebile volontariato e sulla “sensibilità” delle imprese per la salvezza del pianeta, quale occasione migliore per i tecnico-politici che hanno da sempre le chiavi dei gasdotti, delle raffinerie e delle rotte metaniere per rilanciare i soliti grandi affari senza trasparenza e tagliare le gambe ad un modello energetico decentrato sul territorio e sostenuto da una autentica esplosione delle fonti rinnovabili?
Con l’indispensabile premessa di una totale espropriazione della partecipazione popolare a discapito della stessa Costituzione, una conturbante bozza della “nuova” strategia energetica nazionale ha visto la luce a fine Agosto: 100 pagine fitte fitte, che prossimamente verranno sottoposte – si afferma - ad una pubblica consultazione, per cui l’informazione compiacente ha già anticipato mirabolanti effetti . Né più né meno che un ritorno al passato, mascherato con la retorica riproposizione di obiettivi tanto condivisibili quanto vaghi e senza l’onere della verifica - diminuzione del costo del Kwh; riduzione della dipendenza dall’estero; crescita sostenibile; raggiungimento degli obiettivi europei, incremento dell’occupazione. Una retorica supportata dalla complicità della grande stampa e dagli interessi bipartisan presenti in Parlamento. (Basterebbe rileggere le rivelazioni di Wikileaks sulle Banche nazionali, su Enel ed ENI in combutta con Berlusconi ai banchetti dove si tracciavano le reti fossili da Oriente ad Occidente). Proviamo allora a guardare dentro il documento presentato da Passera e a fare qualche conto per sfatare per punti e sullo stesso terreno dei proponenti una propaganda tanto grossolana quanto insidiosa.
1.La promozione dell'Efficienza Energetica rivela buoni propositi: di concreto però c'è soltanto la proposta di estendere nel tempo le detrazioni fiscali del 55%, differenziando la percentuale di spesa detraibile e/o la durata del rimborso in relazione all'effettivo beneficio dell'intervento. Introducendo in più tetti di costo per tipo di intervento ed escludendo dalla detrazione gli impianti già incentivati con altri strumenti.
2. L’autentica priorità è quella di fare del nostro Paese un hub del gas: nel concreto si tratta di costruire rigassificatori e nuovi metanodotti, si dice, per aumentare la sicurezza e la concorrenza e al fine di abbassare i prezzi. Da anni ciclicamente si torna a parlare del nostro paese come di un possibile centro di arrivo e smistamento di gas per l'Europa. Il ministro attuale rispolvera dunque un progetto caro ai suoi predecessori (Bersani) e condiviso anche dall’allora ministro delle infrastrutture, Antonio di Pietro, che nel 2006 parlava della necessità di costruire 11 rigassificatori. Il termine "hub del gas" non rappresenta affatto una formula in grado di abbassare il costo del gas che consumiamo: il discorso è esente da certezze e i rigassificatori non sono impianti pronti a ricevere gas liquefatto (GNL) bypassando i metanodotti, ovviamente a prezzi concorrenziali. E' un'illusione pensare che attraverso i rigassificatori ci si rivolga solo al mercato spot (quello alimentato in borsa dal trasporto su nave) senza avere alle spalle contratti di fornitura a lungo termine (quelli siglati con i Paesi grandi produttori che spediscono “via tubo”). Tant'è che nel mondo nel 2011, su una capacità di liquefazione pari a circa 270 milioni di tonnellate, ne sono state contrattate 240 milioni e di queste solo 26,6 sul mercato spot, mentre il resto è stato fornito con contratti a lungo o breve termine. Di fatto, il mercato è talmente instabile che in questi ultimi mesi del 2012 sono intervenuti mutamenti che rischiano di bruciare le ambizioni del Governo. A segnalarlo sono proprio le imprese che seguono la bussola della redditività degli investimenti; è di un mese fa la notizia dell'abbandono di Erg del progetto del rigassificatore di Priolo; in ritardo è quello della OLT di Livorno (che doveva già essere pronto); idem per Falconara Marittima; silenzio per Gioia Tauro, mentre l'Enel pare ben poco stimolata ad accelerare su Porto Empedocle. In effetti, nessuno dei grandi produttori di GNL pensa all'Italia come hub del gas, perché comanda il prezzo e il prezzo dice Asia, non Europa. Quindi, di certo, l’idea non abbasserà il prezzo del gas: in compenso darà la stura a grandi opere e all’introduzione delle cosiddette "essential facilities", infrastrutture da costruire con "garanzia di ricavi" e "iter autorizzativi accelerati". Il che significa che i nuovi impianti saranno costruiti grazie a incentivi che graveranno sulle bollette di tutti.
3. Si capisce allora perché scompaiono i sostegni alle rinnovabili, l'unico settore per cui nella bozza Passera lo sviluppo è previsto compatibilmente con la sostenibilità economica. In realtà, questo governo non considera queste fonti una scelta strategica. Basta notare che si richiamano i due recenti decreti ministeriali, che però sono stati redatti per contenere la spesa e non per raggiungere obiettivi sfidanti. Per le rinnovabili termiche, poi, si parla del fatidico conto energia termico che si attende da un anno e per i trasporti si punta sui biocarburanti di seconda generazione – ah, il prezzo e il consumo del suolo sempre in agguato! - verso i quali si sposterebbero gli incentivi tolti al fotovoltaico.
4. Ed eccoci, come corollario obbligato, al rilancio della produzione nazionale di idrocarburi (!), tramite cui, così recita il documento: "è possibile raddoppiare l'attuale produzione, con importanti implicazioni in termini di investimenti, occupazione, riduzione della bolletta energetica ed incremento delle entrate fiscali". Che dire? Già altri hanno sottolineato i problemi ambientali: lasciamo perciò parlare i numeri: nel 2011 in Italia sono stati estratti circa 5,3 milioni di tonnellate di greggio (per la precisione 5.286.041 t.). Il consumo di petrolio è stato invece di 71,2 milioni di tonnellate. Le riserve certe ammontano a 76 milioni di t, quindi poco più del nostro consumo in un anno. Dove sta quindi la “rivoluzione petrolifera” del nostro sistema energetico se si raddoppiasse l’estrazione locale, così poco rilevante per il mix delle fonti, ma così densa di effetti devastanti per l’ambiente?
5. L'ultima priorità annunciata è quella della “modernizzazione del sistema di governance” (concetto ormai magico quanto quello associato allo spread), in cui si propone quanto da tempo richiesto da Confindustria: modificare la Costituzione per far tornare l'energia argomento di competenza dello Stato e non più materia concorrente fra Stato e Regioni. La motivazione è ovvia: accelerare gli iter autorizzativi per i grandi impianti. Verrebbe così ricentralizzata la programmazione energetica nelle mani dei ministeri competenti, al fine di ridurre le autonomie locali sia nelle fasi di programmazione, che di intervento nelle procedure di valutazione ambientale delle infrastrutture energetiche. Bisogna cogliere la filosofia generale di questo assunto: la nuova strategia energetica nazionale individua nell’accentramento il sistema di governance migliore per depotenziare la diffusione delle rinnovabili e salvaguardare il tradizionale oligopolio legato alle fonti convenzionali. Ai territori spetta soltanto un potere consultivo, in modo tale che non intralcino con le proprie autonomie lo sviluppo delle grandi infrastrutture energetiche. A vantaggio, ovviamente, di ENI, EDISON, ENEL, SNAM e delle banche che hanno finanziato le grandi reti trans europee e trans mediterranee, minacciate dalla programmazione territoriale, dal ricorso alle fonti naturali, dalla riduzione degli sprechi, dall’attenzione sempre più consapevole alla questione climatica. Ma se un futuro promettente viene per legge convertito in un torvo ritorno al passato, perché non prendere in considerazione la proposta di un referendum “antiPassera” avanzata su queste pagine da Nicola Cipolla?
Dopo la decisione del Sol Levante di uscire dall’atomo: europei, non vinciamo alla maniera dei giapponesi! Preveniamo nuovi disastri più che probabili con i 197 reattori funzionanti! Il lavoro per un network antinucleare europeo.Mercoledi 19 settembre 2012, ore 18.00 – 20.00Discussione presso lo Spazio Kronos – via Borsieri, 12 Milano
testo a cura di Alfonso Navarra, vice presidente di Energia Felice
La nuova Strategia energetica nazionale-SEN avrebbe deciso che il Giappone chiuderà con il nucleare entro 30 anni, quindi nel 2040 (all’incirca). Possiamo confessare che è un risultato che ha sorpreso molti ecopacifisti “scafati”: non ci aspettavamo tanto presto una simile vittoria del movimento antinucleare e della gente.… continua la lettura
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 18 settembre 2012CLICCA
In questi mesi è stata più volte sottolineata la “rivoluzione” in atto sul mercato dell’energia elettrica. In sintesi, i 13 GW (milioni di kW) di pannelli fotovoltaici installati in Italia producono dalle 9 del mattino alle 18 serali un flusso di energia elettrica sufficiente a modificare la determinazione del prezzo del kWh in borsa, cosicché oggi l’energia elettrica all’ingrosso tocca il suo massimo costo non alle ore 12, come da tradizione, ma alle 22 di sera, realizzandosi così un disaccoppiamento fra prezzi e consumi: il costo non è più massimo quando massima è la domanda.… continua la lettura
A cura di Roberto Meregalli, 3 settembre 2012CLICCA
Dopo anni di attesa, venerdì 31 agosto è iniziata a circolare via web la bozza della fatidica nuova strategia energetica nazionale, che prossimamente verrà messa in pubblica consultazione.
Quattro sono gli obiettivi dichiarati:
· Ridurre significativamente il gap di costo dell’energia per i consumatori e le imprese
· Continuare a migliorare la nostra sicurezza e ridurre la dipendenza di approvvigionamento dall’estero, soprattutto nel settore gas.
· Favorire la crescita economica sostenibile attraverso lo sviluppo del settore energetico.
· Raggiungere e superare gli obiettivi ambientali definiti dal Pacchetto europeo Clima-Energia 2020.
Obiettivi condivisibili, ma le proposte per raggiungerli lo sono molto meno. Nei link a fondo pagina vi sono alcuni approfondimenti sui singoli punti, qui di seguito una nota generale. SCARICA IL TESTO IN FORMATO PDF (98 Kb) >>>
Crisi economica, riscaldamento globale, scarsità di combustibili fossili: la nostra civiltà si sta avvicinando alla fine di un ciclo. La stessa specie umana è minacciata. Jeremy Rifkin, economista americano e consulente della Commissione europea ha appena pubblicato il libro “La terza rivoluzione industriale”. Secondo l’economista solo con la diffusione di energia rinnovabile e con il potere laterale possiamo superare la crisi e garantire un futuro felice per i nostri figli.
Intervista pubblicata da Euronews l’11 luglio 2012. continua la lettura
Levata di scudi dal fronte ambientalista contro il piano del governo sull’energia, basato su trivelle facili e rigassificatori. Della Seta (Pd): “Il ministro incarna il ritardo culturale della classe dirigente italiana sui temi ambientali” continua la lettura
PER 14 LUGLIO Carissimi,
Sabato 14 Luglio per Energiafelice è una data importantissima, che richiede la vostra partecipazione. Abbiamo concordato con il comitato acqua nazionale una riunione di approfondimento sulla multi utility del Nord a cui parteciperanno anche le realtà locali interessate sia sul tema acqua che energia. Così abbiamo anche ritenuto necessario abbinare questa riunione nazionale alla convocazione dell’assemblea generale della nostra Associazione Energiafelice con i soci, allargata ai simpatizzanti e possibili nuovi soci. La giornata, come vedete qui sotto, è organizzata in modo da rendere produttive entrambe le riunioni.
1) alle ore 9,30 puntuali presso lo spazio di via Borsieri 12 a Milano (zona stazione Garibaldi), per due ore fino alle 11e 30 si riunisce l’assemblea dell’associazione Energiafelice. (situazione prospettive, convenzioni, sportelli, stato collaborazioni con Comuni ed Enti, tesseramento, risorse e situazione bilancio, iniziative territoriali) Dalle 11,30 potremo quindi convogliare in Via Confalonieri 3 (Spazio Caffè Piano Basso, a 200 metri da via Borsieri) dove si svolgeranno i lavori congiunti sui temi multiutility.
2) dalle ore 11.30 alle 17.00 presso il Laboratorio Caffè Piano Terra in Via Confalonieri 3 (guarda la mappa), si tiene la riunione sulla multiutility del nord.
Al fine di dare un più ampio respiro al percorso di contrasto alla multiutility sarebbe opportuno che tutti i comitati acqua e energia territoriali interessati si mobilitino e assicurino la presenza. Per avere un quadro della situazione il più aggiornato possibile sarebbe auspicabile che si arrivasse alla riunione del 14 luglio con i diversi assetti societari delle aziende coinvolte e con le posizioni che gli enti locali hanno assunto in questo periodo sull'operazione multiutility. Oggi serve una gestione dell'acqua, dei rifiuti, del TPL, dell'energia, prossima ai cittadini e alle amministrazioni locali, per garantirne la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi, in particolare sul tema centrale dell'energia.
E’ pleonastico rilevare quanto sia importante organizzare la presenza ad entrambe le riunioni. Per Energiafelice fare il punto e disegnare la prospettiva prima della pausa estiva è determinante. Lo stesso mio sforzo di presenza in una condizione personale certamente non facile indica la necessità di non mancare.
Un grande abbraccio. Mario Agostinelli, presidente Associazione Energiafelice Per raggiungere via Borsieri e via Confalonieri le indicazioni sono: da Piazza Duca d'Aosta (stazione centrale) con Km 1.1 a piedi oppure con metropolitana linea verde scendendo a Melchiorre Gioia (una fermata) + 400 mt a piedi oppure dalla stazione Garibaldi con il sottopasso per via Pepe (Punto Rosso) + 250 mt. a piedi.
A UN ANNO DALLA VITTORIA
IL MIO VOTO VA RISPETTATO!
A MILANO DAL 13 AL 17 GIUGNO
Il popolo dei referendum deve farsi sentire nell’anniversario del voto del 12 e 13 giugno 2011!
Informazione, dibattito, confronto su tutto quello che è successo e non è successo rispetto alle scelte referendarie Tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 – Via Dante, angolo via Giulini
Programma dei dibattiti a tema (ore 18):
13 giugno: Rispettare i Referendum, rispettare la democrazia!
14 giugno: Terra – Agorà in piazza S. Fedele
15 giugno: Acqua, bene comune: no alla Multiutility del Nord
16 giugno: Aria: la nostra libertà contro la Finanza
17 giugno: Sole: un tavolo della partecipazione energetica per attuare il referendum antinucleare Sportello Energia in piazza: disdire i contratti con i fornitori filonucleari e fossili (es. A2A) – optare per i fornitori che ricavano l’elettricità prevalentemente da fonti rinnovabili
Organizzano:Associazione Energia Felice – Comitato Milanese Acqua – Comitato per l’attuazione della volontà del referendum antinucleare Info: CAVRA MILANO – tel. 02-58101226 cell. 340-0878893 – cavramilano@gmail.com
Coordinatore: Fabio Tamburini (Direttore Radio24) Saluti istituzionali: Basilio Rizzo (Presidente Consiglio Comunale) Introduzione: Giovanna Procacci (Comitato Milanese Acquapubblica), Gaetano Azzariti (costituzionalista), Valerio Onida (costituzionalista), Andrea Di Stefano (direttore Rivista Valori) Interventi programmati: Consiglieri Comunali, Vincenzo Greco (Segretario Filctem-Cgil Milano), Mario Agostinelli (Energia Felice), Damiano Di Simine (Legambiente), ARCI-MI, Rosario Lembo (Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua Onlus) Conclusioni: Emilio Molinari (Forum Nazionale Movimenti Acqua) Organizzato dai Gruppi Consiliari: Sinistra per Pisapia, Movimento Cinque Stelle In collaborazione con: Comitato Milanese Acquapubblica, Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua Onlus, Associazione Energia Felice, Milano, Intergas, Adesso BASTA. Aderiscono: Legambiente, ARCI-Milano.
A CHI SERVE LA MULTIUTILITY NEL NORD?
Si parla da mesi di creare una grande Multiutility (una mega-azienda pubblico/privata, ma più privata che pubblica) per gestire l’energia e i servizi essenziali dei Comuni del Nord. Il progetto prevede la fusione di A2A (Milano e Brescia), IREN (Genova, Torino, Piacenza, Reggio Emilia), HERA (Bologna), con l’inserimento anche di soggetti finanziari, da quotare in borsa e far partecipare a gare per la gestione dei servizi in giro per il mondo.
La Giunta di Milano non ne ha parlato, il Consiglio Comunale tanto meno, ma l’Assessore Tabacci e il City Manager Corritore presentano la Multiutility del Nord come cosa decisa.
Con il voto referendario del 12-13 giugno 2011, 27 milioni di cittadini hanno restituito alla sfera pubblica non solo l’acqua ma anche gli altri servizi pubblici e hanno sancito un modello di energia da fonti rinnovabili e governata nel territorio. Serve una gestione dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti, dei trasporti vicina ai cittadini e partecipata.
La costruzione della Multiutility come prospettata alla stampa e in convegni chiusi ignora il risultato dei referendum, favorisce oggettivamente gli interessi di centri di potere economico-finanziari e ha prospettive economiche tutt’altro che certe.
Chiediamo che sulla Multiutility del Nord si apra invece una discussione pubblica, che esca dai convegni per esperti e dai ristretti ambiti dell’amministrazione cittadina e delle segreterie dei partiti e coinvolga i cittadini tutti, permettendo così quella partecipazione che è stata il vero motore dell’esito referendario come dell’elezione del Sindaco Pisapia. SCARICA IL VOLANTINO (PDF, 283 Kb)
Primo confronto pubblico sulla gestione della Multiutility del Nord tra il sindaco Pisapia e i movimenti della città. Occasione, la presentazione del libro di Alfiero Grandi “Referendum e alternativa politica, mercoledì 9 maggio, presso la Libreria Punto Rosso a Milano. <<<GUARDA IL VIDEO
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 14 maggio 2012
Con un debito pubblico al 120% del Pil e un’inflazione che supera il 3%, l’Italia ha deciso di ammodernare il proprio apparato attraverso l’acquisto di aerei da caccia e navi da guerra. Ha stabilito di destinare al bilancio difesa 2012 una cifra imponente pari a 19,9 miliardi di euro (l’1,22% del Pil). Novanta caccia F-35, al costo unitario di 135 milioni saranno acquistati e Finmeccanica parteciperà alla loro costruzione con un risultato occupazionale di 1500 occupati. Ci si può chiedere se con i costi così esorbitanti dei programmi e delle guerre non sarebbe meglio investire lo stesso denaro in settori che garantiscano più posti di lavoro, benessere e pace per il Paese.… continua la lettura
Mercoledì 9 maggio 2012, Alfiero Grandi, presidente di ARS, ha presentato a Milano il suo libro “Referendum e alternativa politica” (Ed. Ediesse, 2011). In questa intervista ci parla dei contenuti del libro e delle possibilità future del movimento contro il nucleare che ha portato all’eccezionale risultato dei referendum del giugno 2011. continua la lettura
Roma, 11 maggio 2012 Energia e industria. Bardi e Potetti (Fiom): “Precisazioni necessarie dopo le dichiarazioni di Clini e Pasini sui rapporti tra l’industria metallurgica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili”
Alcune precisazioni sono necessarie a proposito delle recentissime dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, e del Presidente di Federacciai, Giuseppe Pasini. Mercoledì 9 maggio a Verona, nella giornata di apertura del Solarexpo, la più importante fiera italiana sull’energia solare, e parallelamente a Milano, nella presentazione dei dati sul settore siderurgico da parte di Federacciai, assieme a dati e a considerazioni condivisibili su entrambi i settori, vi sono state alcune opposte dichiarazioni sulle questioni energetiche che richiedono alcune precisazioni.… continua la lettura
Una nuova prospettiva per il cambiamento politico e sociale del nostro Paese nell’occasione presentazione del libro
REFERENDUM E ALTERNATIVA
di Alfiero Grandi
Mercoledi 9 maggio 2012 alle ore 17.30, presso la Libreria Les Mottes (Punto Rosso) in Via Carmagnola, a Milano Partecipano
Alfiero Grandi (Presidente Ars e autore del libro)
Aldo Tortorella (Direttore rivista “Critica marxista”)
Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano)
Mario Agostinelli (Presidenza Comitato Si alle Rinnovabili, No al nucleare)
Luigi Vinci (Condirettore della rivista “Progetto Lavoro”)
Coordina Giorgio Riolo (Ass. Cult. Punto Rosso)
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Associazione Culturale Punto Rosso – Via G. Pepe 14, 20159 Milano – Tel. E fax 02/874324 info@puntorosso.it – www.puntorosso.it
a cura di Mario Agostinelli 1. CONTESTUALIZZARE LA CRISI. Il “manifesto per un soggetto politico nuovo” affronta molte delle questioni irrisolte che riguardano un “popolo” determinato e sostanzialmente convergente verso il cambiamento, che tuttavia da ormai quindici anni affronta le nuove “fratture”, avanza e si ritrae da zone tematiche inesplorate (la pace globale permanente, i beni comuni, l’ingiustizia climatica, i diritti del lavoro globalizzato e dei migranti, solo per citarne alcune), senza trovare sintesi definitive, né riuscire a fissare nuovi rapporti di forza sotto forma di una rappresentanza di massa in una società che invece arretra nelle sue istituzioni partecipative.… continua la lettura
Di fronte sede ENEL, Viale Regina Margherita 125, Roma
Come primo appuntamento si incontreremo a Roma il 29 aprile in un’assemblea internazionale presso il CSOA Ex-SNIA comitati e associazioni italiani, rappresentanti delle comunità e movimenti locali dal Cile, Guatemala, Colombia, Albania, Romania, Russia. Il 30 aprile, giorno dell’assemblea degli azionisti, si terrà di fronte ENEL una conferenza stampa di presentazione della campagna: STOP ENEL.… continua la lettura
Campagna di Obiezione di Coscienza alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta
31 a ASSEMBLEA NAZIONALE
Firenze – domenica 29 aprile 2012
C/O CIRCOLO ARCI Via delle Porte Nuove 33
Programma:
ore 11.00 – La campagna OSM per il 2012 relazioni e dibattito
ore 13.00 – Pausa
ore 14.00 – Situazione economica e scenari di guerra: le proposte nonviolente
18.30 – Conclusione lavori
… continua la lettura
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 27 aprile 2012
Spesso il dibattito sul futuro dell’energia sembra ristretto all’opzione di fondo tra fossili e uranio da una parte e rinnovabili dall’altra. C’è una questione altrettanto determinante, ma che viene messa in secondo piano: se la direzione di marcia è verso un sistema fortemente decentralizzato oppure continueremo ad essere invasi da grandi impianti, lunghissime reti di distribuzione, prevalenza dell’economia finanziaria, anche nel caso di ricorso a “fonti pulite”. Non c’è dubbio che le corporation puntano a far sopravvivere il sistema attuale e quindi a rendere la vita dura alle fonti naturali, sia ostacolandole nella loro diffusione, che riassorbendole nell’attuale modello a forte centralizzazione.… continua la lettura
21 aprile 2012 – h. 14–19 – Teatro Valle Occupato – ROMA Scarica la locandina Rigas, la Rete Italiana per la Giustizia Sociale ed Ambientale, lancia verso il Vertice di RIO +20 che si terrà in Brasile nel prossimo giugno, la campagna “pRIOrità Futuro – i Popoli per la giustizia ambientale e sociale”.
Dopo due decenni di fallimenti dal precedente Summit della Terra di RIO del 1992 e sotto la scure dell’attuale crisi che lungi dall’essere soltanto economica e finanziaria è soprattutto ecologica, le reti sociali si riuniranno ancora una volta parallelamente al vertice governativo per discutere e promuovere la propria alternativa al modello attuale. Un’alternativa costruita attorno alla giustizia ambientale e sociale, la democratizzazione dello sviluppo, la riconversione ecologica, che RIGAS porterà a Rio riaffermando che la priorità è appunto pensare al futuro. Promuovendo un percorso di informazione, discussione, mobilitazione e articolazione di proposte sui temi della giustizia ambientale e sociale e sulla necessità di operare una transizione verso un modello fondato sulla giustizia, Rigas si fa portatrice delle istanze di sindacati, comitati, centri di ricerca, organizzazioni sociali e ecologiste, università. La campagna verrà lanciata dall’evento “scenaRio futuro” che si terrà a Roma, al Teatro Valle Occupato sabato 21 aprile a partire dalle ore 14.00. L’iniziativa intervallerà interventi di rappresentanti delle organizzazioni sociali, del mondo della cultura, dell’informazione, dei sindacati e contributi artistici.
Tra gli interventi:
Mario Agostinelli/Energia Felice – Andrea Alzetta/Action – Raffaella Bolini/ Arci – Paolo Cacciari/Rete@sinistra – Danilo Chirico/daSud – Angelo Consoli/Cetri – Giuseppe De Marzo/A Sud – Livio De Santoli/Citera – Federico Del Giudice/Rete della conoscenza – Marica Di Pierri/CDCA – Marco Gulisano/ Amig@s MST – Francesca Koch/Casa Internazionale delle Donne – Maurizio Landini/FIOM – Mattia Lolli/comitato 3e32 – Fulvio Molena/Valle Occupato – Emilio Molinari/Contratto Mondiale dell’Acqua – Roberto Natale/FNSI – Maria Pia Pizzolante/Tilt – Marco Revelli – Mimmo Rizzuti/SEM Sinistra Euro Mediterranea – Raffaele K.Salinari/Terres des Hommes – Carla Ravaioli – Patrizia Sentinelli /Altramente – Luca Tornatore/Ya basta – Guido Viale – Alex Zanotelli
Contributi artistici di: Ascanio Celestini, Ulderico Pesce, Tete de Bois e in più.. incursioni artistiche del Teatro Valle Occupato
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 16 aprile 2012
L’intervento di Corrado Passera a fine marzo rappresenta uno dei primi segnali della volontà del Governo di affrontare il tema dell’energia nella sua complessità. Il ministro ha insistito su tre linee di messaggio: attribuire grande importanza all’efficienza energetica; ridimensionare il contributo alle fonti rinnovabili, considerandole complementari e non certo sostitutive dei fossili; raddoppiare la produzione nazionale di idrocarburi e fare dell’Italia l’hub del gas in Europa, lasciando sostanzialmente inalterata la dipendenza del sistema dei trasporti dal petrolio.… continua la lettura
Ricordo che mercoledi 18 aprile, alle ore 18.00, in Via Borsieri 12, Milano, si riunisce il Comitato per attuare la volontà del referendum antinucleare (gruppo promotore).
Il 17 aprile è la giornata internazionale delle lotte contadine, che ricorda il massacro di 19 contadini che lottavano per terra e giustizia in Brasile, nel 1996. Ogni anno si celebra questo giorno in tutto il mondo, a difesa dei contadini e delle contadine che lottano per i loro diritti.
“La Via Campesina (coordinamento globale delle organizzazioni contadine) lotta per fermare l’accaparramento di terre (land grabbing) e rivendicare la terra che ci è stata sottratta. La terra deve stare nelle mani di chi la lavora!”
Incontro pubblico alle ore 21 presso UNITRE – Aula Conferenze 7 (I° piano)
via Ariberto 11 – Milano (MM2-S.Agostino/P.taGenova) Introduce Massimiliano Lepratti – ricercatore e musicista Intervengono Raffaele Masto – giornalista di Radio Popolare, anche presentando il suo recente libro “Buongiorno Africa” (Bruno Mondadori – 2011) Antonio Lupo – Presidente del Comitato Amig@s MST – Italia Alfredo Somoza – Direttore di Icei e Dialoghi.info Silvana Galassi – Prof.… continua la lettura
Piazza Montecitorio, Roma – ore 11:00
Le fonti pulite stanno cambiando il sistema energetico italiano con vantaggi che diventano sempre più evidenti in termini di produzione (che ha raggiunto il 26,6% rispetto ai consumi elettrici nel 2011), di riduzione delle spese legate al protocollo di Kyoto, di creazione di oltre 100mila nuovi posti di lavoro, ma anche economici complessivi per il Paese e oggi anche di riduzione del costo dell’elettricità nel mercato elettrico all’ora di picco grazie al solare.
Questa prospettiva è in pericolo, proprio perché sta mettendo in crisi i grandi gruppi energetici e gli impianti di produzione di energia elettrica da carbone, petrolio e gas.… continua la lettura
Questo fine settimana si caratterizza per alcuni appuntamenti importanti nell’ambito della Fiera “Fa’ la cosa giusta!”,
l’evento dedicato al consumo critico e agli stili di vita sostenibili. Noi dell’Associazione Energia Felice vi proponiamo:
CLICCA
DOMENICA 1 APRILE
ore 11.00-12.00 – presso lo stand dell’ARCI
Presentazione del libro “Imperativo EnergEtico -Come realizzare la completa riconversione del nostro sistema energetico” (Edizioni Ambiente) di Hermann Scheer.
Con Mario Agostinelli e Gianni Gaggiani
L’energia che abbiamo in mente
Attuare il referendum contro il nucleare: l’energia tra i beni comuni. Finanziare dal basso energia a basso impatto: Rete Energie e l’impianto fotovoltaico in Cascina Santa Brera di Intergas Mi. Nuova Ed. di “L’energia che ho in mente” come scegliere un fornitore di energia.
Con M. Agostinelli, pres. Ass. Energia Felice; S. Capuzzo, Energoclub; M. Mariano, pres. Coop. ReteEnergie; M. Bedoni/G. D’Avanzo, gruppo energia Intergas Mi; G. Ruggieri, Univ. dell’Insubria. Modera R. Carlini.
A cura di Gruppo Energia, Intergas Mi.
di Leonardo Berlen su QualEnergia.it, 15 marzo 2012 Per Mario Agostinelli, co-autore del libro “L’Energia Felice”, il governo vede le rinnovabili solo come opzione da controllare o limitare. L’attenzione è rivolta al gas e al carbone con immagazzinamento della CO2. Nessun accenno a roadmap 2050 e a obiettivi 2020. Ma anche a sinistra c’è poca visione innovativa, dice Agostinelli.
“La preoccupazione di questo Governo è tutta rivolta agli aspetti economici-finanziari a breve termine. L’emergenza sembra non riguardare le questioni di più lungo periodo, come quelle ambientali ed energetiche, senza pensare alle notevoli ricadute che queste scelte potrebbero avere sul piano occupazionale”.… continua la lettura
Dal nostro inviato al Forum alternativo mondiale dell’acqua di Marsiglia, Massimo De Giuli
Giovedì 15 marzo, si è tenuta la presentazione congiunta delle 2 ICE sull’acqua (la proposta di Riccardo Petrella, che prevede raccolta di firme da aprile 2013, e la proposta dei sindacati europei della Funzione Pubblica – per l’Italia: FP di CGIL CISL UIL – che sarà presentata alla Commissione europea il prossimo 1 aprile con inizio raccolta firme ad acquisita sua accettazione).
I relatori sono stati (oltre a Petrella, posto fra il pubblico, in conclusione dell’incontro) Tommaso Fattori (con funzione di moderatore) per il movimento italiano acqua, Emmanuel Poilane per la Platform ECI-Water di Petrella, Jerry Van Den Berge di EPSU per i sindacati europei EPSU FSESP EGOD.… continua la lettura
con Gustavo ZAGREBELSKY, Roberto SAVIANO, Sandra BONSANTI
conduce Concita DE GREGORIO partecipano: Giuliano PISAPIA – Umberto ECO – Lorenza CARLASSARE – Roberta DE MONTICELLI – Lella COSTA COME ARRIVARE
MM2 linea Verde – fermate Moscova – Garibaldi FIRMA IL MANIFESTO Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci
Un anno fa il disastro di Fukushima e a “Presadiretta” un reportage in esclusiva dalla zona proibita attorno alla centrale e nelle aree annientate dallo tsunami. Alessandro Libbri, un giornalista italiano che sta in Giappone è riuscito a filmare la vita sospesa: dove abitavano 10mila persone ora è tutto abbandonato. Le interviste ai sindaci, agli psicologi, ai medici a quanti stanno cercando di recuperare dopo la più grande tragedia del Giappone dopo la seconda guerra mondiale.
E in Italia dopo Fukushima i politici che volevano il nucleare hanno rinunciato.… continua la lettura
Nei giorni scorsi, a inizio febbraio quando un’ondata di gelo ha subito fatto vacillare il nostro sistema “artificiale”, su qualche giornale è ricomparso il lamento per l’abbandono nucleare, tecnologia che rimane di grande fascino. Anche di Fukushima, molti hanno scritto che alla fine non è morto nessuno, quindi perché tanto can can?
Venticinque anni fa ero anch’io affascinato dai reattori, mi parevano macchine di straordinaria potenza (e lo sono), così “pulite” in apparenza, senza ciminiere e senza quell’enorme quantità di combustibile che necessita una centrale “fossile” della medesima dimensione. Ma occorre saper andare oltre le proprie simpatie e riconoscere anche i lati negativi e quando superano quelli positivi, saper rinunciare.… continua la lettura
Il rating di ENEL e il fotovoltaico armato Mario Agostinelli e Giovanni Carrosio La politica energetica di questo governo per ora non esiste: eppure, senza che si apra alcun confronto pubblico su un tema cruciale per l’occupazione, il clima e la salute, l’esecutivo non si esime dal ricorrere a provvedimenti nascosti nelle pieghe di “maxiemendamenti”, per sostenere lobbie, ingarbugliare regolamenti di incentivazione, esaltare la propensione finanziaria della gestione dei monopolisti nazionali del settore. Così, senza alcun comunicato ufficiale di riscontro, in queste settimane ENEL ha contattato i broker internazionali e la congregazione dei JP Morgan, Barclays, Ubs, Cheuvreux, Bank of America, Merill Lynch, che ne hanno declassato il titolo. Colpa della crescita del prezzo del gas? Non credo, dato che nel 2010 il 64% della generazione termoelettrica ENEL nel perimetro nazionale è stato a carbone. In verità, la colpa è della discesa della produzione di elettricità dovuta alla crisi, perché al mercato non piace una riduzione e a questa finanza non interessa alcun cambio di paradigma e tanto meno la sostenibilità. Per JP Morgan il valore di una società è direttamente proporzionale alla sua capacità di fare utili, non certo alla diminuzione dell’impatto ambientale o al suo valore industriale. Perciò, bisogna produrre a basso prezzo (con il consenso del governo, per l’emergenza del gran freddo, ENEL ha fatto ripartire, non solo per lo stretto necessario, le centrali ad oliocombustibile al posto del gas) e tagliare: sulla manutenzione programmata e sugli investimenti in particolare. E se poi si diversificasse per investire sulle rinnovabili, lo si fa solo su grandi concentramenti di impianti per far cassa con gli incentivi, dato che il famoso “governo dei tecnici” non ha uno straccio di politica industriale e allora…comanda il rating e il ritorno a breve.
A proposito di rinnovabili e di governo… Ancora novità sul famigerato articolo 65 del Decreto Liberalizzazioni. E’ stata cancellata la retroattività sugli impianti a terra ed eliminata l’equiparazione tra serre fotovoltaiche e impianti integrati. Ma non poteva andare tutto bene, ovviamente. Entra una frase nel comma 1, quello destinato a bloccare il fotovoltaico su terreni agricoli, per sancirne la non applicabilità “agli impianti realizzati e da realizzare su terreni nella disponibilità del demanio militare”! Può festeggiare la neonata Difesa S.p.a., società per azioni del Ministero della Difesa (N.B. guidato da un “tecnico” militare), che oltre ad attività commerciali investirà nella produzione di energia. La legge 99 del 2009, la stessa legge che voleva riportare il nucleare in Italia, aveva sancito la possibilità per le forze armate di produrre e vendere energia, secondo una retorica di autosufficienza energetica dell’esercito nazionale. In realtà, probabilmente, nella ratio della legge vi era la prospettiva di schierare l’esercito per la costruzione del nucleare. Chiuso quell’osceno capitolo grazie al referendum popolare, si apre il business del fotovoltaico sulle proprietà del Ministero della Difesa, che non devono sottostare alle stesse regole previste per tutti i cittadini. Oltre a poter usufruire “dello scambio sul posto per impianti alimentati da fonti rinnovabili di qualsiasi potenza (quindi anche superiore a 200 kWp), senza tener conto dell’obbligo di coincidenza tra il punto di immissione dell’energia prodotta e il punto di prelievo dell’energia consumata” (articolo 27 della legge), Difesa S.p.a. potrà realizzare impianti fotovoltaici su terreni agricoli ricevendo gli incentivi grazie al ricarico sulle nostre bollette. Dove sono finiti ora i soloni sempre pronti a criticare gli incentivi al fotovoltaico? Le nostre bollette devono restare disarmate, le energie rinnovabili sono energie di pace!
Quanto è intelligente il “sistema” elettrico italiano? Applicazioni, tecnologie e prospettive di sviluppo delle Smart Grid in Italia
Presentazione della prima edizione dello Smart Grid Executive Report
Milano, giovedì 8 Marzo 2012
Il concetto di Smart Grid sottintende una molteplicità di interpretazioni in merito a cosa si debba intendere per sistema elettrico “intelligente” e a quali siano le soluzioni e le tecnologie costitutive della Smart Grid.
Nonostante la mancanza di una visione condivisa su questi punti, c’è un’ampia convergenza tra ricercatori ed operatori del settore sul fatto che la transizione verso il paradigma Smart Grid sia ormai inevitabile.… continua la lettura
Mario Agostinelli, studioso di problemi dell’ambiente, presenta il suo libro.
L’autore presenta inoltre, con Marco Moro, direttore editoriale di Edizioni Ambiente, Imperativo energetico di Hermann Scheer.
Info: www.casadellacultura.org
Realizzare un sistema energetico sostenibile per l’Italia e richiedere al Governo un Piano per la transizione dalle fonti inquinanti a quelle verdi ed alternative. Con queste finalità nasce il Manifesto “Dalle fossili alle rinnovabili” di EnergoClub Onlus, articolato progetto di azioni concrete rivolto a famiglie ed imprese intenzionate a contribuire alla transizione sopracitata.
Il Manifesto, che è stato presentato il 24 febbraio a Pescara, ha lo scopo di permettere alle famiglie e alle imprese di partecipare al cambiamento energetico del Paese, propone azioni concrete alle famiglie e alle imprese tramite i progetti di EnergoClub e quindi vuole promuovere il cambiamento a cominciare “dal basso”.… continua la lettura
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 13 febbraio 2012 Il piano energetico che non c’è – Parte prima L’Europa si è data degli obiettivi energetici e climatici molto ambiziosi al 2020 e ancor più ambiziosi al 2050, che sono in corso di approvazione in questo momento. Provvedimenti che servono a disegnare uno scenario virtualmente “post carbon” al 2050 (meno 95% di emissioni rispetto ai livelli del 1990) e investimenti infrastrutturali nella green economy per una media di 270 miliardi di euro annui (l’1,5 % del Pil europeo).
Se in Europa si progetta una Roadmap per il 2050, in Italia si modificano le regole sulle fonti rinnovabili ogni sei mesi, ci si lamenta ogni giorno dei costi delle bollette attribuiti al fotovoltaico (!), del mancato sviluppo del nucleare (!), dei costi dei carburanti.… continua la lettura
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 20 febbraio 2012
Nel post precedente ho preso in considerazione le improvvisazioni del governo in materia di energie fossili. Ma, a parte un pericoloso sussulto sul nucleare, che riprenderò in coda, la preoccupazione provocata dal trattamento superficiale delle rinnovabili e dalla sottovalutazione della funzione strategica che dovrebbero assumere, rende ancora più allarmato il giudizio. A sentire le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, gli incentivi alle rinnovabili resteranno ma saranno rivisti al ribasso, almeno fino alla grid parity.
Eppure, a parità di potenza installata, il quarto Conto Energia costa agli italiani già il 25% in meno del terzo.… continua la lettura
Necessità Corrente. Un piano energetico per l’Italia
Dal referendum alle rinnovabili: aziende, ricercatori, istituzioni e
associazioni a confronto
Venerdì 24 febbraio 2012, ore 9.00-19.00 Centro Congressi – Porto antico di Genova Partecipa: Antonio Di Pietro PROGRAMMA Ore 9.00: Saluti
Giovanni Paladini – Segretario Regionale IdV Liguria Ore 9.30: Apertura lavori
Maurizio Zipponi – Responsabile Dipartimento Lavoro IDV” Ore 9.45 – 11.30: “Smart Future”
Mario Agostinelli – Coordinatore Energia Felice
Gianni Silvestrini – Direttore Scientifico Kyoto Club
Claudia Bettiol – Bettiol & Parteners
Gloria Piaggio – Dirigente Comune di Genova
Livio Gallo – Direttore Infrastrutture e Reti Enel SpA
Sergio Piffari – Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici della Camera
Conclude
Paolo Brutti – Responsabile Dipartimento Ambiente IdV Ore 11.30: Break Ore 11.45 – 13.30: “Green Approach”
Valerio Rossi Albertini – Ricercatore CNR
Stefania Crotta – Dirigente Regione Piemonte
Mons.… continua la lettura
Premesso che, come ASSOCIAZIONE ENERGIA FELICE, condividiamo le osservazioni critiche e le preoccupazioni del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sull’operazione “Multiutility del Nord”, desideriamo sottolineare i seguenti aspetti che riteniamo molto importante sottoporre all’attenzione della Giunta Pisapia e per l’illustrazione dei quali sollecitiamo un incontro con gli assessori competenti.
Ben al di là del problema, pur importantissimo, della partecipazione democratica alla gestione di servizi pubblici essenziali, quelle che sarebbero pregiudicate con la velleità di creare una compagnia energetica orientata a un business transnazionale ispirato alla logica del profitto e della finanza, sono le possibilità di costruire infrastrutture adeguate a un modello energetico “rinnovabile” e “risparmioso”, pulito, diffuso, localmente autogestito e in pratica autosufficiente.
Si tratta di rinunciare in partenza alla base fondamentale per costruire un modello di produzione e di consumo alternativo al sistema globale che stiamo vedendo collassare. Assistiamo all’esplosione di “Fukushime nucleari, climatiche e finanziarie”, con la crisi economica e del debito che provoca impoverimento, disoccupazione e ruba speranza e dignità a giovani, a meno a giovani, a donne, insomma al 99% sempre più schiacciato dall’1% straricco e privilegiato.
La nostra convinzione è che la conversione ecologica sia una necessità senza alternative. E vorremmo che la giunta del “vento nuovo”, del cambiamento, della promozione dei beni comuni, percorresse con coerenza la strada indicata dal popolo italiano con chiarezza attraverso il voto dei referendum di giugno.
Sarebbe quindi più che opportuno che, in attuazione della volontà referendaria, si avviasse subito, da parte del Comune di Milano, il processo per gestire l’acqua e l’energia attraverso strutture giuridicamente ripubblicizzate e con modalità partecipative effettive. Milano, 9 febbraio 2012
Associazione Energia Felice, affiliata all’ARCI – Via Nicola Antonio Porpora, 113 – 20131 Milano SCARICA IL COMUNICATO IN PDF (61 Kb)
18-19 FEBBRAIO 2012 - GIORNATE DI MOBILITAZIONE NAZIONALE
Il 16 febbraio ricorre l’anniversario del Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale per combattere i cambiamenti climatici che tanti disastri stanno provocando anche in Europa e nel nostro Paese.
La scelta di incrementare in Italia l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica tramite la riconversione e la costruzione di grandi centrali è una SCELTA NOCIVA E SBAGLIATA, la combustione del carbone produce altissime emissioni di anidrite carbonica, più del doppio di quelle del gas, aggravando il fenomeno del cambiamento climatico che minaccia il futuro del Pianeta. Il carbone è anche una GRAVE MINACCIA PER LA SALUTE DI TUTTI: la combustione rilascia un cocktail di inquinanti micidiali (Arsenico, Cromo, Cadmio e Mercurio) che coinvolgono aree anche molto lontane dalle centrali. L’Anidride solforosa emessa, combinandosi con il vapore acqueo, provoca le piogge acide.
Il carbone è conveniente solo per le grandi lobby proprietarie delle centrali, che non rispondono dell’inquinamento causato e usano un combustibile a buon mercato grazie anche allo sfruttamento dei minatori. Col carbone aumenterà il ritardo dell’Italia verso gli obiettivi di riduzione di almeno il 20% delle emissioni entro il 2010, e il nostro Paese verrà condannato a pagare multe pesanti: tutti soldi che sborseremo di tasca nostra. Info: www.fermiamoilcarbone.it SCARICA IL VOLANTINO (PDF, 156 Kb)
tratto da Africa, a cura di Anna Pozzi Nei villaggi più poveri e isolati del Burkina Faso un Padre Bianco francese installa frigoriferi a pannelli solari. E insegna alle donne locali a gestirli con profitto.
Ci sono voluti diversi anni per una cosa apparentemente molto semplice: creare una piccola latteria con un frigo a energia solare in un remoto villaggio peul nel cuore del Burkina Faso. Ma niente è come sembra quando si vanno a toccare equilibri culturali, tradizionali ed economici che sembrano fissati nel tempo. Eppure, grazie alla sua determinazione e a una rete straordinaria di relazioni a livello di base, il padre Maurizio Oudet, Padre Bianco francese, è riuscito in questa piccola-grande impresa. Fiducia nelle donne
Lo scorso agosto, insieme alla presidente dell’Unione delle mini latterie del Burkina e a un tecnico dell’allevamento dell’associazione “Accord”, è partito, con un camioncino alla volta del villaggio di Mu, nei pressi di Boromo, più di duecento chilometri dalla capitale. Nel cassone c’era di tutto. Il grande frigorifero, soprattutto, con il pannello solare e tutto l’occorrente per creare la piccola latteria che sarà gestita dalla donne peul. «È una scommessa!», dice padre Maurice che con i suoi due collaboratori incontra i capi-villaggio e le donne sotto un’ampia tettoia, al riparo dal sole cocente. Tutti prendono la parola. Si confrontano su questioni tecniche ed organizzative. «Siamo d’accordo che saranno le donne a occuparsene – dice il missionario – hanno seguito una formazione per poter gestire al meglio la produzione e la commercializzazione dei prodotti. Lavoreranno bene»
da Il manifesto 27.1.2012 di YUKARI SAITO – FUKUSHIMA Era una zona quasi paradisiaca, ora la contaminazione ne ha fatto un deserto. A dieci mesi dal disastro, la vita non è tornata alla normalità. La popolazione è dispersa, la comunità frantumata, i bambini a rischio. Eppure il governo ha sostenuto che «l’allarme è cessato».
«L’uomo imparò a coltivare la terra. Imparò ad allevare gli animali. Coltivare e allevare sono due atti che ci rendono umani. Un giorno però si è reso impossibile coltivare, allevare o pescare, nonostante la terra, gli animali e i pesci siano sempre lì. Com’è possibile, allora, non chiederci se questo è ancora un uomo?», si interroga Jotaro Wakamatsu, poeta di Fukushima, residente appena fuori della zona off limit intorno alla centrale nucleare teatro del disastro cominciato l’11 marzo scorso.
Forse pochi sanno che la provincia di Fukushima, divenuta famosa come fonte di contaminazione radioattiva, era una zona all’avanguardia giapponese per l’agricoltura biologica, con 200 aziende attive e altre 500 in via di conversione. Iitate-mura, oggi noto per i punti caldi di radiazioni e le tracce di plutonio trovate sul territorio, nonostante disti 40 chilometri dalla centrale di Fukushima Daiichi, era stato addirittura definito il villaggio più bello del Giappone. Era abitato anche da giovani nativi di Tokyo, che innamorati del luogo avevano scelto di trasferircisi per diventare agricoltori biologici o allevatori di mucche. CONTINUA – LEGGI TUTTO L’ARTICOLO (PDF, 98Kb)
A cura di Roberto Meregalli – www.martinbuber.eu
Spesso mi viene chiesto di quantificare i consumi pro-capite quotidiani di fonti energetiche e risorse (di ogni italiano), in maniera semplificata e approssimata per uso didattivo. Ispirandomi a quanto fatto da David J.C.MacKay per la Gran Bretagna, ho abbozzato due facciate con consumi elettrici, consumi di fonti fossili ed emissioni di CO2 quotidiane degli italiani. Aggiungendo le quantità di rifiuti prodotti, riciclati e di cibo sprecato. SCARICA IL DOCUMENTO (PDF, 123 Kb)
A Marsiglia dal 12 al 17 marzo 2012 si terrà la sesta edizione del Forum Mondiale dell’Acqua organizzato dal Consiglio Mondiale dell’Acqua, organismo privato presieduto e guidato dalle multinazionali dell’acqua. Dal 14 al 17 marzo, sempre a Marsiglia, si svolgerà anche il Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua (FAME), organizzato dai movimenti internazionali impegnati nella difesa dell’acqua come diritto umano per tutti, come bene comune da gestire e salvaguardare al di fuori dalle regole del mercato.
In preparazione di questo appuntamento, la sessione seminariale di venerdì 3 febbraio, che si svolgerà presso la sala conferenze dell’Acquario civico, si propone di favorire un momento di approfondimento seminariale dei principali assi tematici “Acqua, cibo, energia e cambiamenti climatici”, rivolto in particolare a Comitati, Associazioni ,Ong, con presentazione da parte di rappresentanti di alcuni Movimenti dell’America Latina, di casi studio e buone prassi sperimentate dalle comunità locali.
Il Convegno di sabato 4 febbraio - che si svolgerà presso la Sala Alessi di Palazzo Marino- sarà strutturato su due sessioni: quella antimeridiana si propone di far conoscere il percorso e le proposte alternative che i Movimenti dell’acqua hanno costruito in attraverso l’esperienza dei Forum Alternativi (Fame) e presenterà il programma del FAME di Marsiglia. Nel pomeriggio, attraverso una tavola rotonda sarà stimolato un confronto con i rappresentanti europei di Istituzioni, Enti locali, Gestori pubblici dell’acqua, Sindacati per confrontarsi su come “garantire il diritto all’acqua per tutti” e approfondire le posizioni che essi porteranno anche all’interno del Forum ufficiale.
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI DELL’ASSOCIAZIONE
“SI ALLE ENERGIE RINNOVABILI, NO AL NUCLEARE”
Venerdì 3 febbraio 2012, alle ore 14.00, è convocata l’assemblea nazionale dei soci dell’Associazione “SI alle energie rinnovabili NO al nucleare”, presso la Sala della Pace di Palazzo Valentini, sede della Provincia, Via Quattro Novembre, Roma, per la quale l’Ufficio del Cerimoniale ci ha assicurato la disponibilità, anche se manca ancora l’autorizzazione formale. Qualora insorgessero ostacoli sarete tempestivamente informati sulla sede alternativa.
Dopo il grande risultato del referendum che ha cancellato per la seconda volta il nucleare in Italia, è necessario sviluppare un’iniziativa per conquistare un futuro fondato sull’efficienza, sul risparmio energetico e sulle fonti di energia rinnovabili. Occorre, insomma, non ripetere l’errore commesso dopo il referendum del 1987, quando vi fu un insufficiente sviluppo di iniziative per sostenere e promuovere una politica energetica alternativa (non solo al nucleare ma anche all’uso del carbone). Riteniamo, pertanto, che questo nodo cruciale debba essere al centro della prossima assemblea dell’associazione, per la quale sollecitiamo la massima partecipazione, non solo per garantire la validità dell’assemblea stessa ma per costruire un dibattito il più possibile ricco e articolato. Per la segreteria organizzativa, Umberto Zona
Nasce un nuovo patto di cittadinanza a Milano, per cambiare stili di vita e di mobilità, per creare un nuovo welfare urbano, per aiutarci a superare la crisi e vivere meglio in futuro. Ci sentiamo tutti interpellati, tutti coinvolti nelle libere azioni, nei nuovi gesti e segni, nei reciproci impegni del Patto della Milano sostenibile. Milano, ore 17,30 presso Sala “Alessi”, Palazzo Marino, piazza della Scala Scarica l’invito (PDF, 119 Kb)
24 gennaio: convegno “Auto elettrica ama il green” a Milano Interessante convegno a Milano sul tema della mobilità sostenibile e l’auto elettrica. Presente l’Assessore all’ambiente del Comune di Milano Pierfrancesco Maran che è stato promotore dell’iniziativa e il Ministro dell’ambiente Corrado Clini. Presente per l’Associazione Energia Felice Giuseppe Farinella che ci riporta alcune suggestioni. L’auto e il trasporto merci elettrico, come hanno dimostrato nei loro interventi i rappresentanti di Renault e Pininfarina, rappresenta il futuro della mobilità nelle città: è l’unico mezzo che permette di ridurre l’inquinamento che deriva dai mezzi dotati di motore a combustione interna. È prevedibile per motivi di sanità pubblica la completa sostituzione dei mezzi circolanti entro il 2050.
I problemi tecnici (autonomia, costi, batterie, produzione, ricarica rapida) sono ormai tutti risolti. È però necessaria la volontà politica di sviluppare il settore. Per quanto riguarda gli incentivi sarebbe sufficiente imporre che almeno il 10% delle auto blu (60.000) sia elettrico e che le città siano dotate di punti pubblici di ricarica. A Milano, ad esempio, sarebbe sufficiente investire l’equivalente del costo di 2 fermate della metropolitana per costruire 1000 punti di ricarica magari abbinati al bike sharing.
L’auto elettrica permetterà un aumento dell’efficienza delle automobili e permetterà di ottimizzare la distribuzione di energia elettrica mediante le smart-grid. Sbaglia chi sostiene che l’uso delle auto elettriche sposta il problema dell’inquinamento ma non lo risolve, ha fatto notare il rappresentante di APER, in quanto l’uso dell’elettricità significa usare un mix di fonti di energia primaria tra cui, in Italia, almeno il 25% deriva da fonte rinnovabile (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biogas…). Il ricercatore Leopoldo Montanari di Lem-Replay ha inoltre fatto notare che l’auto elettrica, integrata al sistema pubblico dei trasporti, sarà l’unica strada percorribile nel futuro per ridurre l’inquinamento da micropolveri. L’inquinamento altrimenti è destinato ad aumentare costantemente per via del costante aumento dell’urbanizzazione in tutte le aree intorno alle grandi città.
Il blocco della circolazione delle auto inquinanti a Milano mostra la necessità di intervenire con urgenza nel settore. Sia l’intervento del Ministro che quello dell’Assessore hanno confermato la volontà di avviarsi sulla strada della promozione della mobilità elettrica. Vedremo quali saranno le azioni messe in campo. La nostra Associazione è come sempre disponibile a organizzare iniziative a sostegno della mobilità elettrica e delle rinnovabili. a cura di Giuseppe Farinella Il programma completo dal sito del Comune di Milano >>>
La Vale, impresa mineraria brasiliana presente in 38 paesi e considerata oggi la maggior corporation di estrazione minerale del mondo, è una delle sei finaliste del premio “Public Eye Award”, che ogni anno elegge la peggior impresa del Pianeta attraverso il voto popolare e annuncia la vincitrice durante il Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera. È la prima volta che un’impresa brasiliana concorre al premio.
Entra nel sito www.publiceye.ch e vota Vale!
26 gennaio 2012
Da: Mario Agostinelli Inviato: giovedì 26 gennaio 2012 09:12 A: musichouse-edizioni@libero.it Oggetto: Un grafico al giorno leva
lo spread di torno
Care/i,
solo per comunicarvi che riprendo con nuove modalità il mio blog sul sito di Varesenews (http://www.varesepolitica.it/agostinelli), sospeso per quasi tre mesi. Il filo conduttore e l’impaginazione si propongono di essere innovativi: anziché commentare la notizia del giorno, cercherò di esporre in forma grafica quello che dovrebbe essere“il tema del giorno”, ma che viene sempre rimandato perché ci schiacciamo sul presente pensando poco al futuro. Così, dato che ci hanno raccontato che la nostra maggiore preoccupazione è “lo spread”, non dovremmo pensare ad altro. Anzi, dovremmo misurarci con il "rating", "il default", il "downgrade", in un vaniloquio di massa in cui è d'obbligo essere spettatori, perchè è roba solo da tecnici e professori togliere le castagne dal fuoco. Ne siamo sicuri? Non credo e perciò ogni giorno proverò a postare un grafico che proietta le contraddizioni del presente nel futuro e ci dice dove stiamo andando e verso quali approdi portiamo le future generazioni. Un invito a non essere miopi in un’era che mette a disposizione grandi mezzi di comunicazione e conoscenza. Per metterla un po’ sul leggero , devo dire che l’idea mi è venuta a Napoli. I nomi dei botti di capodanno degli anni precedenti erano stati “la capata di Zidane” e, ancora prima, “il pallone di Maradona” e più recentemente “la bomba di Lavezzi”. Quest’anno è stata la volta di “O’ spréd”. E’la finanza che esplode improvvisamente nelle case degli italiani, nella vita della gente comune. Ma si tratta di una familiarità apparente, perchè non c'è democrazia che la sorregga. Un'invadenza ostile, a cui, a mio parere, ci dobbiamo sottrarre, rimettendo al centro le nostre vite e i problemi la cui soluzione ci appartiene. A maggior ragione in tempo di vacche magre, quando si chiede che siano ancora gli stessi a pagare gli errori di un capitalismo sempre più arrogante quanto incapace di futuro. Vediamo allora se “un grafico al giorno leva lo spread di torno” e se la vostra pazienza sopporterà quel tanto di presunzione che occorre per non annegare nel pensiero unico. Un caro saluto. Mario
Carissimi, RSE sta valutando il grado di conoscenza e l’atteggiamento che la popolazione italiana ha nei confronti delle risorse energetiche distribuite, delle tecnologie per il risparmio energetico e delle fonti energetiche rinnovabili.
Vi giro un questionario la cui compilazione richiede 10-15 minuti. http://tinyurl.com/generazione-distribuita
Perché il questionario abbia rilevanza, è necessario raggiungere un numero importante di risposte su scala nazionale. Siete quindi incoraggiati anche a diffondere e promuovere la compilazione di questo questionario alle vostre reti sociali, ai vostri amici e parenti. Grazie in anticipo, Giuseppe Mauri SSE – Power System… continua la lettura
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 8 gennaio 2012
Tante chiacchiere sulla necessità di sostenere le produzioni di avanguardia e nei mercati più stimolanti; reprimende continue ai sindacati perché non accettando i licenziamenti arbitrari bloccano la ripresa; espulsione della Fiom dagli stabilimenti del supermanager Marchionne. Tutta qui la risposta delle classi dirigenti alla crisi?
Intanto a Merano la Memc, tra i maggiori produttori mondiali, ha annunciato, nell’ambito di una ristrutturazione globale delle attività societarie, la cessazione delle attività dell’unico impianto italiano di silicio per fotovoltaico.… continua la lettura
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CERCARE IL SOLE. DOPO FUKUSHIMA” di Mario Agostinelli,
Roberto Meregalli, Pierattilio Tronconi EDIESSE Edizioni
Autori: Mario Agostinelli – Roberto Meregalli – Pierattilio Tronconi Introduzione di: Enrico Panini Prefazione di: Riccardo Petrella Pubblicato nel: Giugno 2011 - Edizioni: Ediesse Pagine: 328, brossura - Prezzo: 20,00 euro ACQUISTA ONLINE >>>
Associazione Non Commerciale di Promozione Sociale "MUSIC-HOUSE edizioni" - Malnate (VA). Attività di promozione del territorio, informazioni e aggiornamento.