La storia di Carnevale
Il Carnevale come lo conosciamo noi affonda le sue radici nel Medioevo.
La parola ha come concetto la privazione della carne; segna il periodo che precede quello di penitenza della quaresima. Nasce dalle antiche usanze pagane come i saturnali (antica festa della religione romana dedicata a Saturno, dio del benessere agricolo e alla mitica età dell'oro. Si svolgeva a dicembre , le date d'inizio e fine variavano con le epoche - al tempo di Diomiziano andavano dal 17 al 23 dicembre -. Nel IV secolo la festa fu spostata al 1 gennaio. Durante i Saturnali le differenze sociali erano abolite, ogni attività pubblica cessava e veniva concessa qualsiasi libertà.) e i lupercali. A seconda dei luoghi ha inizio a Capodanno, all'Epifania, o alla Candelora (2 febbraio) e culmina nei giorni "grassi", dal giovedì al martedì prima delle Ceneri. A partire dal quattrocento, il Carnevale subirà una serie di attacchi. Dopo i tentativi di cristianizzazione ad opera di moralizzatori come il Savonarola, sia la Controriforma, sia le Chiese cercheranno di sopprimere questa festa pagana. Nel tempo, il Carnevale, ha visto la nascita di celebrazioni in forma di combattimento rituale; lotte fra varie parti di una stessa Città, o fra classi sociali diverse. Così durante il Carnevale si aprivano le battagliole fra circoscrizioni cittadine in cui i gruppi provenienti da tutta la popolazione si affrontavano a colpi di bastone (oggi usati manganelli di plastica). Fra i nobili si organizzavano giochi dov'era importante dimostrare la propria prodezza con le armi.
Le tradizioni
Nel Carnevale sono confluite tante feste ed usanze, che risulta difficile dare un'interpretazione esauriente di quello che significano.Ad esempio, si è trasferita l'antica festa dei Saturnali che in Roma, aveva luogo durante il solstizio d'inverno. Nel personaggio di Carnevale possiamo riconoscere un continuatore del Re dei Saturnali che veniva immolato. Così, il personaggio di Carnevale, dopo aver preso parte a tutte le manifestazioni di allegria e baldoria, viene processato, condannato e bruciato (come avveniva presso i romani il sacrificio del dio Saturno). Ma ad una morte fa contorno un testamento e così, ad esempio, ad Agnone in Molise, un pupazzo coronato da re, viene trasportato sopra un carro per le vie del paese tra canti, suoni e schiamazzi. Al largo della fontana è processato e condannato a morte..... non prima però, di lasciare memoria delle malefatte della comunità. A Pettorano sul Gizio " il testamento" viene prima esaminato, censurato dalle autorità. A Staffolo, nelle Marche, il testamento sopravvive attraverso espressioni più piacevoli; così pure avviene a Forano nella Chiana ed in altre regioni del Sud. Questo testamento deriva da composizioni popolari molto diffuse fin dalla metà del XVI secolo e si è sviluppato nell'ambito di rappresentazioni teatrali anche in Calabria ed in Toscana con farse di Carnevale e le befanate.
Se ne trovano tuttora nel Nord, in Val Canonica e nelle bosinate in dialetto lombardo. Quello che più caratterizza il Carnevale è senza dubbio l'allegria, il rito propiziatorio del benessere della comunità: canti, balli, scherzi, forme di licenziosità che hanno un originario e giustificativo carattere ritualistico.
Anche se l'interesse per il Carnevale si è attenuato, rimangono dei luoghi dove i periodi di baldoria sono ampiamente attesi. E' il caso di Ivrea , dominata dalla bella Mugnaia che avrebbe ucciso il Marchese tiranno (un fantoccio che finisce bruciato). La manifestazione si chiude con una lotta a colpi d'arance tra squadre. La leggenda popolare attribuisce all'arancia poteri propiziatori Un altro Carnevale è quello di Viareggio, apprezzato per la varietà e la grandiosità dei carri, dei fantocci simbolici. Come spiegato, la morte o uccisione del Carnevale è preceduta dal trasporto del condannato per le vie della città, parodia comica e macabra insieme, del corteo funebre.
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