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.... COPERTINA

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15.11.1848, Roma
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24.11.1868 Roma
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2.12.1852, Francia
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10.12.1846, Hospental
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1.1.1839, il Politecnico
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1-9 Gennaio 1848, Milano
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17.01.1859
matrimonio di stato
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27.01.1849
G. Verdi un patriota
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9 .2.1831 la rivolta
negli stati della Chiesa
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14 gennaio-13 marzo 1858 Felice Orsini
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I martiri di Belfiore
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Marzo 1848: la primavera dei popoli
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17 marzo 1861:
nascita di uno stato
o di una nazione?
 
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pubblicazione del 18 dicembre 2010

Una storia d'amore e di passione:  Vittorio Emanuele II e
la bella Rosina.

 



Vittorio Emanuele e Rosina

   
 

Il 18 dicembre 1869 Vittorio Emanuele, quasi in punto di morte per una grave malattia,  sposa morganaticamente Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori, meglio conosciuta come la bella Rosina, bela Rosin in Piemontese.


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Morganatico viene chiamato il matrimonio  contratto tra persone di diverso rango sociale, in modo da impedire alla moglie il passaggio dei titoli e dei privilegi del marito, quindi, nel nostro caso, senza il titolo di regina per Rosa.
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Sulla data del matrimonio poi abbiamo trovato diverse versioni: l'anno  senza dubbio il 1869, sul mese non c'è invece accordo tra gli storici (tra le date offerte ricordiamo il 9 novembre, il 18 ottobre, oltre ovviamente il 18 dicembre).

Vittorio Emanuele ha ricevuto dagli storici ufficiali l'appellativo di Padre della Patria e di Re Galantuomo, secondo l'immagine che di lui comincia a creare Massimo d'Azeglio con un insistente ed efficace lavoro di propaganda. Non vogliamo in questo caso addentrarci nella biografia politica del primo re della nuova Italia, neppure sviscerare i rapporti con i gli altri grandi artefici dell'unità politica della penisola. Ci soffermiamo per ora sulla dimensione privata, per così dire, dell'uomo.

 

 

Si tratta di un debole, anche se scaltro e di buon cuore, le cui  principali passioni sono le donne, la caccia ed i cavalli: quando la provincia avita della Savoia viene ceduta alla Francia, la sua principale preoccupazione diviene la perdita delle riserve di caccia. Il suo cuore non batte per la politica, per la quale manca di tenacia e di serietà.

Effettivamente Vittorio non è molto attirato dalla faccende di stato e comunque non si comporta esattamente come dovrebbe: va e viene , cammina rumorosamente, siede a cavalcioni su sedie e tavoli, fuma sigari, indossa pantaloni sformati, scherza con il proprio seguito. Il re per fortuna ama circondarsi di validi ministri e aiutanti; tuttavia, per testardaggine, agisce spesso di testa sua, senza chiedere consigli né pareri.

Per questo motivo trova, a volte, seri motivi di contrasto nei confronti di Massimo d'Azeglio e di  Cavour.


Quanto alle donne, per le quali ha una sfrenata passione, spesso confonde i successi avuti con quelli che vorrebbe avere. Ha molte amanti, che ricopre di regali, e molti figli illegittimi, tanto che a Torino si diceva che fosse fin troppo il padre del suo popolo.

Rosina  è la  figlia di una guardia di palazzo. Ha quindici-sedici anni, nel 1847, quando Vittorio Emanuele, già sposato con Maria Adelaide d'Asburgo Lorena,  la nota.
E' una bella ragazza, formosa, sviluppata per la sua età, con i capelli scuri e lo sguardo intenso. Dopo i primi incontri clandestini, il re la sistema in una dependance all'interno della palazzina di caccia di Stupinigi. Per amore di lei non si preoccupa dell'ostilità e dello scandalo suscitati a corte: Cavour  definisce la donna, senza mezzi termini, una avventuriera e cerca vanamente di far troncare la relazione al re, soprattutto dopo la morte della regina avvenuta nel 1855.  Sarà l'unico insuccesso del primo ministro, che deve anzi accettare che  Rosina sia addirittura nominata contessa di Mirafiori e di Fontanafredda. Vittorio e Rosina sono davvero innamorati e tra loro  vi sarà sempre un grande affiatamento, dovuto forse anche alla rozzezza ed ai modi semplici di entrambi; la relazione sfida critiche, etichetta e differenza di classe, durando per tutta la vita.  Abile e intelligente, per quanto analfabeta, è la sola tra le amanti che riesce a esercitare sul sovrano una vera influenza. Perfettamente consapevole di non essere l'unica donna di Vittorio Emanuele, le basta mantenere un posto di privilegiata.

Mausoleo della Bela Rosin a Torino
   
 
Il re muore nel gennaio 1878, Rosina gli sopravvive sette anni (morirà  a Pisa nel 1885).

Casa Savoia vieta che sia seppellita al Pantheon, non essendo mai stata regina; per questo motivo ed in aperta sfida alla corte reale, i due figli, che  Rosa ha avuto da Vittorio Emanuele, fanno costruire a Torino in scala ridotta una copia del Pantheon, soprannominato Mausoleo della Bela Rosin

Isolata e disprezzata dai nobili, Rosa Vercellana viene amata dal popolo: si dice che la canzone risorgimentale La bela Gigogin si riferisca a lei.

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