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.... COPERTINA

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15.11.1848, Roma
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24.11.1868, Roma
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2.12.1852 , Francia
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10.12.1846, Hospental
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18.12.1869, Piemonte
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1.1.1839, il Politecnico
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1-9 Gennaio 1848, Milano
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17.01.1859
matrimonio di stato
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27.01.1849
G. Verdi un patriota
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14 gennaio-13 marzo 1858 Felice Orsini
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I martiri di Belfiore
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Marzo 1848: la primavera dei popoli
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17 marzo 1861:
nascita di uno stato
o di una nazione?
 
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pubblicazione del 9 febbraio 2011
 
Papa Gregorio XVI e
la rivolta negli stati della Chiesa
     
     

Papa Gregorio XVI

 

Il 9 febbraio 1831 il cardinale Mauro Cappellari, bellunese, suddito austriaco, appena eletto papa con il nome di Gregorio XVI, dopo sessantaquattro giorni di conclave, promulga l'enciclica Chiamati dalla Divina Provvidenza. In essa, rivolgendosi  a quelli che chiama nostri figli, ma anche dilettissimi sudditi esorta all'obbedienza e promette pietà e perdono ai rivoluzionari pentiti e provvidenza, beneficenza e prosperità alle province ribelli che ritornino all'obbedienza.

Che stava succedendo ed in quale parte d'Italia? Il 1830 era stato l'anno delle rivoluzioni liberali, in  Francia ed in Belgio, contro lo scricchiolante ordine assolutistico imposto nel 1815 al Congresso di Vienna; nel 1831 l'insurrezione scoppia nella penisola, precisamente nello Stato Pontificio e nei  Ducati di  Modena e di  Parma. Il 3 febbraio Ciro Menotti ed una quarantina di congiurati sono arrestati dalla polizia del duca di Modena Francesco IV, che ha illuso i patrioti facendo il doppio gioco.

< Francesco IV d' Asburgo d'Este, duca di Modena

Le notizie di  Modena accendono la rivolta negli stati della Chiesa: a Bologna il 5 febbraio sono abbattute le insegne papali ed è innalzata la bandiera tricolore bianca, rossa e verde, segno che al problema della libertà gli insorti associano ormai, magari in maniera ancora confusa, quello dell'indipendenza dell'Italia; l'esempio è seguito da altre città dell'Emilia-Romagna, tra cui Faenza, Imola, Forlì, Ferrara, Reggio Emilia.
In queste città i soldati pontifici sono disarmati ed i legati papali sono costretti ad andarsene o a lasciare che si formino governi provvisori, che dichiarano decaduto il dominio temporale della Chiesa e promettono la convocazione di comizi popolari per l'elezione di un'assemblea democratica.
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Maria Luisa d'Austria, duchessa di Parma e
già moglie di Napoleone I
 
Nei giorni successivi analoghe insurrezioni scoppiano nelle Marche ed in Umbria, nonchè nel Ducato di Parma, il cui sovrano è la moglie di Napoleone I, Maria Luisa d'Austria. Dove i governi dell'ancien regime oppongono qualche resistenza, ci sono  morti e feriti, come ad Ancona l'8 febbraio. Tutta l'Italia centrale è in fiamme, i sovrani di  Parma e di  Modena, i legati pontifici dell'Emilia-Romagna, delle città marchigiane ed umbre sono costretti a fuggire. E' in questo contesto e clima che il nuovo pontefice, mentre con i due duchi spodestati chiede aiuto all'Austria, cerca di ammansire paternalisticamente i rivoltosi promettendo perdono a coloro che si pentono e rientrano nella "legalità". In realtà i patrioti chiedono non perdono (non hanno nulla di cui farsi perdonare), ma riforme: in primo luogo una costituzione liberale, e quindi un minimo di agibilità politica e rappresentativa per le persone con un certo livello di reddito. Nel volgere di circa un mese però, entro la fine di marzo, preponderanti truppe austriache affiancano gli eserciti  in ritirata dei tiranni locali e ad una ad una riconquistano le città ribelli
Sconfitti i patrioti, si scatena la repressione e la vendetta dei vincitori, in particolare a Modena dove, tra gli altri, Ciro Menotti e Vincenzo Borelli vengono giustiziati.
<Modena, Monumento a Ciro Menotti


Maggior moderazione userà Gregorio XVI, che peraltro con l'enciclica Mirari Vos dell'anno successivo darà l'immagine di una chiesa assolutamente nemica della modernità: in essa vengono condannati tutti i principi liberali, in campo sia politico che religioso, quali la libertà di coscienza, di pensiero e di stampa. Anche se non viene mai nominato espressamente, è soprattutto respinto il tentativo del sacerdote  Lamennais e del suo giornale l'Avenir di conciliare la dottrina della Chiesa con le idee liberali.

Pure in Italia tramonta, con questa enciclica e la successiva Singulari Nos, il sogno di cattolici liberali come Alessandro Manzoni; anche la speranza di Gioberti di porre un papa liberale a capo di una confederazione di stati italiani si rivelerà una utopia.

Gli eventi del biennio 1831-1832 segnano anche la fine della Carboneria, società segreta che aveva  già dato vita alle insurrezioni del 1820-1821. Inizierà una fase nuova della lotta contro l'assolutismo:  in agosto dello stesso 1831, a Marsiglia, dove si trova in esilio, Giuseppe Mazzini fonderà la Giovine Italia, i cui obiettivi sono la libertà, l'indipendenza, l'unità della penisola italiana, da ottenersi con mezzi  e strumenti politici nuovi.
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