F. Schubert: Sinfonia n° 6 in Do maggiore.,D. 589 Dopo la parentesi "mozartiana" della Quinta Sinfonia, Schubert torna ad aprire il primo movimento con un'introduzione lenta, Adagio, stavolta non più con intenti teatrali di mera preparazione celebrativa, bensì conferendo alle prime battute sottili rimandi al materiale musicale che informerà l'Allegro successivo. I collegamenti sono esili, e sicuramente difficili da assaporare, ma essi lavoreranno in uno strato sotterraneo della coscienza, in un'area da sempre eletta da Schubert, un compositore che ha sempre preferito suggerire piuttosto che abbandonarsi all'eloquenza, pur non mancando mai in termini di assertività delle sue idee. La Sesta Sinfonia di Schubert fu la sua prima sinfonia ad essere eseguita in un concerto pubblico; avvenne, però, in un contesto doloroso: circa un mese prima dalla morte del compositore.
W. A. Mozart: Sinfonia Concertante per violino, viola e orchestra K. 364 L'essenza musicale del principio concertante, cioè l'azione d'individualità distinte che si integrano e si convalidano a vicenda, continua a eccitare la fantasia di Mozart anche nell'età del sinfonismo, quando l'orchestra diventa individualità unica e onnicomprensiva; prima ancora di tentare la fortuna a Vienna in regime di libera concorrenza, il suo genio per lo spirito concertante era già divampato nella piccola e sonnolenta corte salisburghese: qui era già nata nel 1779 la "Sinfonia concertante" per violino e viola K. 364. Nonostante le forti correnti sotterranee di tristezza (dopotutto, la bellezza è l'immagine della caducità, simbolo di perdita oltre che di desiderio), questa "bellezza inquietante" di Mozart non è seriamente intaccata dal pessimismo; lo stile amoroso al contrario, se non rivela appagamento, parla sempre di speranza e di attesa. Con la Sinfonia concertante K. 364 del 1779 assistiamo a uno spostamento verso un'idea di bellezza decisamente inaspettata, che ora trasmette un senso di inquietudine e instabilità, nonché di pericolo e mistero.
|